Bergamo, Seriate e Alzano
Sono 700 gli infermieri contagiati

Sono oltre 4.000 in tutta la Regione, compresi Oss e amministrativi. I dirigenti medici veterinari oltre quota 1.300. Il Pirellone: no a test a tappeto.

Sono più di 4.000, più precisamente 4.183, infermieri, Oss e altri operatori sanitari contagiati che operano in Lombardia. È il risultato di un report della Regione aggiornato al 27 marzo. Sono dati che dimostrano che sono gli ospedali a essere ancora i principali focolai. Due le situazioni bergamasche con numeri preoccupanti: l’Asst di Bergamo Est - che comprende anche gli ospedali di Seriate e di Alzano - che fa registrare un totale di contagiati pari a 435, al secondo posto nella classifica dei presidi ospedalieri dietro l’Asst Spedali Civili di Brescia che conta 448 contagiati; e l’Asst Papa Giovanni XXIII nella quale il numero di contagiati è di 282. Per dare la dimensione di questo fenomeno basti ricordare che l’Asst di Lecco è al terzo posto con 283 contagiati, mentre l’Asst di Cremona ne conta 278 (5°), il San Raffaele di Milano 142 (6°), l’Asst Ovest Milanese 119 (7°), l’Asst Melegnano 115 (8°), l’Asst Santi Carlo e Paolo 108 (9°).

I medici convenzionati contagiati sono 58, il personale delle direzioni è a quota 13, mentre è elevato il numero di contagi fra la dirigenza medico veterinaria: 1.361. I tecnici e amministrativo sono 98, mentre l’altro personale contagiato ammonta a 28 unità. Nel comparto infermieri e Oss sono le donne a registrare la fetta più grossa dei contagiati: il 76% contro i 24% dei maschi. Un dato che ha spiegazioni matematiche più che genetiche: perché il grosso di questo personale è praticamente costituito da donne. Nella dirigenza medica invece il dato si ribalta: il 60% dei contagiati è maschio, il 40% femmina. La fascia d’età più colpita dell’intero comparto sanitario lombardo è quella tra i 25 e i 49 anni: 2.973. Segue quella tra i 50 e i 64 anni con 2.585, quella tra i 65 e i 74 con 138, quella tra i 18 e i 24 anni con 41 casi e, infine, gli over 75 con 4 casi. La distribuzione sintomatologica è di difficile lettura, poiché i dati di 2.821 contagiati non è disponibile. Sul resto delle cifre, comunque, prevalgono i casi di sintomi lievi (1730), seguiti da coloro che hanno manifestato pochi sintomi (796), da quelli che hanno sintomi gravi (208) e dagli asintomatici (186).

Solo il 10% dei contagiati si era vaccinato con il vaccino anti-influenzale, il resto non risulta vaccinato. Il picco dei contagi tra il personale sanitario lombardo è stato raggiunto il 10 marzo, quando è stata sfiorata quota 300; negli ultimi giorni di marzo, invece, i contagi restano al di sotto dei 25.

Venerdì 3 aprile in una circolare il ministero della Salute ha dichiarato necessario il tampone «per gli operatori sanitari e assimilati a maggior rischio», ma la Regione Lombardia ha per il momento scelto di proseguire sulla sua strada: test solo per il personale che manifesta febbre sopra i 37,5°. Del resto, la politica del tampone dalle parti del Palazzo della Regione viene ritenuta insostenibile: i test a tappeto sono di difficile realizzazione, visto che solo nel settore assistenza in Lombardia opera quasi mezzo milione di lavoratori), e soprattutto non cristallizzano la situazione del singolo paziente.

La stessa circolare del ministero riconosce che scarseggiano sia i tamponi che i reagenti per i laboratori e per questo indica una graduatoria della categorie che hanno più urgenza di essere sottoposte ai test. Al terzo posto ci sono medici, infermieri e Oss.

Nessun commento dalla direzione generale dell’Asst Bergamo Est. L’Asst di Bergamo Ovest fa sapere che si riserva di fornire alcuni dati domenica 5 aprile. Nessun commento nemmeno dall’Asst Papa Giovanni .

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