Bertolaso: «Positivo al coronavirus»
Fontana: resterà al nostro fianco

«Sono positivo al Covid-19. Quando ho accettato questo incarico sapevo quali fossero i rischi a cui andavo incontro, ma non potevo non rispondere alla chiamata per il mio Paese» ha dichiarato.

«Sono positivo al Covid-19. Quando ho accettato questo incarico sapevo quali fossero i rischi a cui andavo incontro, ma non potevo non rispondere alla chiamata per il mio Paese. Ho qualche linea di febbre, nessun altro sintomo al momento. Sia io che i miei collaboratori più stretti siamo in isolamento e rispetteremo il periodo di quarantena. Continuerò a seguire i lavori dell’ospedale Fiera e coordinerò i lavori nelle Marche. Vincerò anche questa battaglia». Così scrive in un post su Fb lo stesso Guido Bertolaso.

Il presidente Attilio Fontana lo ha poi confermato nel corso della consueta conferenza stampa in corso in Regione Lombardia nella tarda mattinata di martedì 24 marzo.

Guido Bertolaso «mi ha espresso con la solita forza e determinazione di voler continuare a lavorare anche se evidentemente da remoto ma è sempre al nostro fianco e ci darà una mano per portare avanti la realizzazione dell’ospedale» ha dichiarato Fontana.

Se Guido Bertolaso dovrà essere sostituito, si rischia uno slittamento dei tempi di consegna del nuovo ospedale in realizzazione nei padiglioni della Fiera di Milano. Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, ha spiegato che l’ex capo della Protezione civile, da lui chiamato come consulente, intende continuare ad occuparsi del progetto dall’isolamento. «Ma per quanto riguarda la consegna - ha aggiunto - bisogna capire se è possibile che lavori da remoto altrimenti andrà sostituito e in quel caso c’è il rischio di rallentamenti».

Il governatore della Lombardia Attilio Fontana è tornato sulla questione dei tamponi a tappeto spiegando che «siamo 10 milioni di lombardi» e i laboratori di analisi riescono a fare «al massimo 5mila tamponi al giorno: per tamponare tutti i 10 milioni di cittadini ci vogliono 4-5 anni» quindi «è una proposta che non possiamo prendere in considerazione, si può fare in piccole realtà come Vò Euganeo».

«All’inizio di questa epidemia avevano iniziato a fare tanti tamponi e siamo stati stoppati dall’Istituto Superiore della Sanità, che ci ha detto che non dovevamo perdere energie facendo i test anche agli asintomatici e che dovevamo limitare l’esame solo ai sintomatici» e «così abbiamo interrotto quello che facevamo all’inizio e rispettiamo il protocollo che ci è stato dato», ha spiegato Fontana. All’inizio «ho pensato che potesse essere giusto, ma i miei medici ed esperti e anche l’Istituto Superiore di Sanità ci hanno bloccato in questa iniziativa», ha concluso.

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