Bimba azzannata, ancora grave
Gli animalisti: non abbattete Leone

È ancora in Terapia intensiva e in gravi condizioni - anche se stabili -la piccola azzannata dal cane di famiglia, domenica sera a Bergamo, in via Comin Ventura. Interviene sull’incidente l’associazione italiana difesa animali e ambiente che chiede che il cane non venga abbattuto.

L’aggressione è stata improvvisa: il cane ha afferrato la piccola alla testa, senza più staccarsi. Il padre della bimba e due amici che erano a cena da loro sono subito intervenuti in soccorso della piccola, poi affidata alle cure del personale del 118, che l’ha trasferita d’urgenza all’ospedale Papa Giovanni XXIII. La bimba è stata subito sottoposta a un delicato intervento chirurgico.

Il cane è stato preso in consegna dai veterinari dell’Ats e sarà abbattuto. «Preghiamo tutti perchè quella bambina migliori e guarisca presto, ma vi prego non abbattete Leone quel cane si è sempre dimostrato buono a detta degli stessi genitori della bambina e per questo merita una prova d’appello in quanto non sappiamo quali siano state le motivazioni che lo hanno indotto a reagire cosi nei confronti di quella che era stata fino a poco prima la sua piccola compagna di giochi». Questo l’appello ai veterinari dell’Ats e alla magistratura da parte del presidente nazionale Aidaa Lorenzo Croce dopo quanto accaduto domenica. L’associazione italiana difesa animali e ambiente crede che il cane debba essere assolutamente recuperato.

Un comunicato congiunto arriva anche da associazioni animaliste della rete #Fuoritutti BG (Animalibera, Diamoci la Zampa, Fondazione Baratieri, lI Branco, LAV, LEIDAA, Milano Zoofila Onlus, Comitato Nazionale U.G.D.A.Onlus): «Sopprimerlo non è la soluzione - scrivono -. Siamo naturalmente sconvolti da quanto è accaduto, e auspichiamo che le condizioni della bambina migliorino rapidamente e la portino fuori pericolo. I cani però non impazziscono all’improvviso. L’atto dell’aggressione si manifesta sempre dopo una serie di segnali che non sono stati colti o correttamente interpretati. Non conosciamo il passato di Leone, non sappiamo come è stato cresciuto, né quali incontri ha fatto sul suo percorso. Siamo però certi che una spiegazione all’accaduto esiste e non è da ricercare nel recinto del canile sanitario ove è tenuto in osservazione».

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