Boccia: «I dati lombardi erano sbagliati
Con le zone evitati altri lockdown»

Sulla polemica con la Regione il ministro Francesco Boccia è tranchant
«La possibilità di una deroga a livello provinciale già prevista. Gori fa bene a chiederla».

La riunione con il collega Roberto Speranza, il commissario Domenico Arcuri e i rappresentanti delle Regioni termina dopo le 20 di sabato 23 gennaio. Dopo tre ore filate su quel piano vaccini che a causa dei ritardi di Pfizer rischia di rallentare in maniera preoccupante la campagna, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, trova però il tempo di passare all’altro tema caldo di giornata: la polemica tutta lombarda sull’integrazione ai dati trasmessi all’Istituto superiore di sanità col relativo passaggio in zona arancione. E qui le preoccupazioni lasciano spazio a toni più perentori, per non dire seccati.

Ministro Boccia quello tra Lombardia e governo si è rivelato uno scontro duro: ma alla fine chi ha sbagliato? La Lombardia a mandare i dati o qualcosa non ha funzionato a Roma come ha ribadito lo stesso Fontana anche sabato?

«Il presidente Fontana conosce il rigore dell’Istituto superiore di sanità e il modello che la cabina di regia utilizza per il monitoraggio settimanale. A volte basta dire la verità per essere nel giusto. La Regione Lombardia, avendo trasmesso dati errati, ha successivamente rettificato i dati propedeutici al calcolo Rt e questo ha consentito una nuova classificazione. È tutto scritto, nero su bianco, nella relazione dell’Iss. Evitiamo di trascinare l’Iss nella bagarre politica. La risposta ufficiale del ministro Speranza mi auguro possa chiudere ogni polemica».

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