«Chiusi a casa il 1° maggio? Credo di sì»
Per Borrelli «ci vorranno molte settimane»

Dopo Pasqua e Pasquetta, anche il 1° maggio lo passeremo chiusi in casa? «Credo proprio di sì, non credo che passerà questa situazione per quella data. Dovremo stare in casa per molte settimane».

Lo ha sottolineato il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, venerdì 3 aprile, a «Radio Anch’io» su Rai Radio 1 ribadendo la necessità di avere «comportamenti rigorosissimi». Il coronavirus, ha aggiunto, «cambierà il nostro approccio ai contatti umani e interpersonali, dovremo mantenere le distanze” per diverso tempo.

«Dobbiamo usare misure forti e precauzionali» ha aggiunto, anche perché non è esclusa la possibilità che vi possa essere un ritorno del virus, come dimostrano le nuove misure in Cina.«Io mi attengo ai fatti e ai dati che arrivano dalle Regioni: siamo in una situazione stazionaria, aumenta in modo contenuto il numero dei nuovi positivi, aumenta il numero dei guariti, diminuisce il numero dei ricoveri e il numero di pazienti nelle terapie intensive». Lo ha detto il sempre il capo della Protezione Civile. «Anche i nostri medici e infermieri possono tirare un po’ il fiato», ha aggiunto Borrelli.

«Mi auguro che presto saremo autosufficienti nella produzione delle mascherine, nel frattempo andiamo avanti con le importazioni. I test sierologici? Sono al lavoro l’Iss e il comitato scientifico e deve essere il governo a indicare qual è la direzione e i tempi», ha specificato Borrelli.

Il capo della Protezione Civile è tornato anche sulla circolare del Viminale che ha suscitato diverse polemiche sottolineando che non ha introdotto alcuna novità. «Il documento non sposta i termini, dobbiamo fare attenzione ed evitare di trovarci poi in una situazione che poi ci sfugge di mano. L’ora d’aria è una misura che non è ancora operativa, bisogna fare attenzione, rispettare le regole di prudenza e stare ancora in casa».

Il governo «ha garantito alle Regioni le risorse per i dispositivi di protezione individuale e per quelli necessari al superamento dell’emergenza». È la risposta di Borrelli a chi gli chiedeva dell’ennesimo scontro tra Governo e Regioni, in particolare con la Lombardia. «In ordinario la sanità è una competenza che spetta alle regioni e sarebbe stato un guaio se governo e protezione civile avessero preso ogni competenza - ha aggiunto Borrelli - ma nel momento in cui c’è stata l’emergenza è dovuto intervenire il governo».

E a chi gli chiedeva se fosse necessario alla fine dell’emergenza rivedere il titolo V della Costituzione per evitare in futuro gli stessi problemi e gli stessi balletti sulle responsabilità che si stanno verificando oggi, Borrelli ha risposto che «è evidente». Sulla sanità «ci vuole una regia unitaria forte condivisa e coesa, credo che ci sarà da ripensare al modello organizzativo ma io sono un tecnico e mi limito a rispondere alle disposizioni vigenti».

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