Buona cucina condita con un filo di ironia
All’«Edoné» si cena con i piatti del Sud

Dopo il «Made in Bg-Sagra del casoncello» i ragazzi di Edoné hanno lanciato la prima «Sagra terrona»: «Molti di noi, tra cucina e organizzazione, hanno origini meridionali, e sapevamo di doverci far aiutare dai veri esperti per la preparazione del cibo: mamme, zie, esperti ai fornelli. Volevamo offrire dei piatti più autentici possibile, e il riscontro finora è stato fantastico». Aperta fino al 26 luglio.

Da anni i ragazzi di Edoné, coadiuvati da papa’ e volontari del quartiere di Redona, organizzano il «Made in Bg-Sagra del casoncello», per dare risalto al cibo tipico e tradizionale bergamasco. Visto l’ottimo riscontro, quest’estate hanno deciso di raddoppiare, e con la solita ironia che li contraddistingue hanno lanciato la prima «Sagra terrona» di Bergamo, «per onorare l’Italia tutta e il suo cibo, in particolare quello del Sud», dice Alberto Cattaneo, uno dei soci di Nutopia ed Edoné e capo delle operazioni.

«L’idea è di dedicare dieci interi giorni al cibo regionale del Sud Italia, accantonando per una volta i nostri popolari hamburgher. Dalle orecchiette alla caponata, passando per i risotti e i cannoli siciliani, senza dimenticarci delle fritture». Un’operazione non facile logisticamente, e anche piuttosto rischiosa.

«Molti di noi, tra cucina e organizzazione, hanno origini meridionali, e sapevamo di doverci far aiutare dai veri esperti per la preparazione del cibo: mamme, zie, esperti nei fornelli. Volevamo offrire dei piatti più autentici possibile, e il riscontro finora è stato fantastico». Il cibo non è però tutto: la sagra offrirà ogni giorno attività diverse. Giochi (indovina il peso della provola, la ruota della fortuna...), cinema sotto le stelle (tutti rigorosamente del Sud italia), concerti, e nei week end un’area bimbi sempre attiva, con attività e divertimenti per i più piccoli La sagra è aperta ogni sera, dal 18 al 28 luglio, dalle 19 fino a mezzanotte, in via Gemelli 17, nell’area dietro il concessionario «Bonaldi».

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