Castione, in alpeggio con la famiglia
La fatica e l’orgoglio d’essere malgari

I Morstabilini lavorano in quota con mandria e bambini. «Vita dura ma bella» .

Una vita fra mucche e vitelli, all’ombra della Presolana. Loro sono Gradina Scandella e Michele Morstabilini, una coppia di quarantenni speciale, che la passione per gli animali l’hanno da sempre respirata in casa, tanto sceglierla come stile di vita.

Ma guai a chiamarli solo allevatori: nei mesi estivi sono malgari a tutti gli effetti. Di quelli, per intenderci, che per alcuni mesi all’anno traslocano in quota con gli animali e trasformano la baita nella propria casa. Il «loro» alpeggio, gestito in appalto per conto del Consorzio forestale Presolana, conta qualcosa come 282 ettari distribuiti alla base della parete sud della Regina delle Orobie e comprende le Baite Corzene, Cornetto e Cassinelli. Siamo attorno ai 1.500 metri.

La loro vita in alpe - e lo si può anche solo intuire - è dura. Bucolica e piena di fascino, ma pur sempre dura. «Richiede sacrificio, fatica e pazienza -Gradina non lo nasconde -.La sveglia è all’alba, verso le 5, per la prima mungitura della giornata. Che significa riportare alla Cassinelli le 40 mucche da latte delle 160 che compongono la mandria - perché tante sono, una sessantina di proprietà, le altre in affitto - e una volta qui procedere alla mungitura meccanica di sei capi insieme. L’operazione dura un’ora e mezza e viene ripetuta anche 12 ore più tardi, in qualunque condizione di tempo». Il che tradotto significa sotto il sole come sotto la pioggia battente, che spinge le mucche a ripararsi sotto gli alberi, qua e là. Circa 6 quintali il latte munto ogni giorno, perché in alto - ti raccontano loro - le mucche ne fanno un po’ di meno, circa 15 litri ciascuna: la metà di quello che farebbero comodamente in stalla. Lo si capisce: qui tutto viene sudato e guadagnato, e questo vale per gli uomini come per gli animali.

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