Cent’anni dopo ritrovano il bisnonno
Caduto in guerra e sepolto a Bergamo

Il Comune ha rintracciato i familiari di tutti i soldati deceduti negli ospedali cittadini tra il ’15 e il ’18 e tumulati al Monumentale.

Bari, Piacenza, Venezia, Sondrio, Como, Brescia, Modena, Avellino, Pisa, Rovigo. Venivano da tutta Italia i 602 soldati deceduti negli ospedali di Bergamo e sepolti nel Mausoleo ossario del Monumentale. Alcuni di loro erano ragazzini, altri erano già padri. I corpi sono stati straziati dalle ferite, alcuni di loro sono morti a pochi mesi dall’inizio della Grande Guerra. La storia non si legge solo sui libri, ma anche facendo una visita al cimitero, dove i soldati caduti dormono l’eterno riposo. In loro memoria, la città di Bergamo, ha eretto il Mausoleo, inaugurato, dopo diverse tribolazioni, nel 1937, realizzato secondo il progetto di Ernesto Pirovano. E per non dimenticare, a 100 anni dalla fine della Grande Guerra, era il 4 novembre 1918, il Comune di Bergamo ha deciso di posizionare una stele, inaugurata nei giorni scorsi, che riporta una frase tratta dalla canzone popolare intitolata «Gorizia»: «Dolorosa fu la partenza ma per noi ritorno non fu».

I Comuni che hanno dato i natali ai Caduti in guerra le cui spoglie sono state riposte al cimitero civico, sono stati chiamati uno ad uno, circa 500 i contatti, dalla segreteria del sindaco Giorgio Gori. Non solo, il Comune di Bergamo ha chiesto a tutte le amministrazioni comunali sparse per l’Italia, di contattare i familiari dei soldati. Un invito che ha sortito non poca sorpresa. E commozione. La famiglia Cinelli, di San Giovanni in Persiceto (provincia di Bologna) ha ritrovato le spoglie del caro bisnonno, per anni credute disperse. Si chiamava Danio Serra, caporale, deceduto il 19 novembre 1915: «La notizia ci ha fatto commuovere» scrivono i parenti.

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