Anche «Le Iene» al Falcone per Rho
Il caso in Consiglio provinciale - Video

C’era anche una troupe del popolare programma satirico e di denuncia «Le Iene», stamattina 6 febbraio, davanti al liceo Falcone, insieme a circa 400 persone, tra studenti, genitori e colleghi del professore, che si sono radunate per sostenere la causa di Stefano Rho, professore di filosofia assurdamente licenziato per aver fatto pipì in un cespuglio 11 anni fa.

Rho, che non era presente, insegnava proprio al Falcone e in precedenza era stato anche al Natta. Dopo che la notizia del licenziamento è diventata pubblica si è creato un movimento spontaneo di protesta che, soprattutto sulla rete (attraverso due gruppi su Facebook, Dalla parte di Stefano Rho e Io sto con il prof. Stefano Rho e il sito change.org , dove è nata una petizione), sta tentando di indurre chi di dovere ad accettare il ricorso dell’insegnante. Davanti al Falcone hanno parlato diversi studenti, denunciando l’assurdità della situazione.

C’era in programma un corteo verso il centro città fino a piazza Dante, ma per paura di infiltrazioni di malintenzionati si è deciso di attuare una manifestazione soft e diversa da quanto previsto: così studenti, genitori e colleghi di Rho hanno camminando in fila indiana sul marciapiede diretti in procura, dove hanno steso sull’asfalto i loro striscioni («Mentre gli innocenti sono accusati, i criminali brindano» uno dei più eloquenti) e protestato civilmente contro il licenziamento del professore. Ha parlato anche un suo ex collega che gli espresso tutta la sua solidarietà.

Del caso si sta interessando anche il deputato bergamasco Antonio Misiani. «Ho incontrato il professor Rho questa mattina (ieri per chi legge, ndr) - spiega -. Mi è sembrato sereno e determinato a farsi valere. Porterò all’attenzione del Parlamento questa questione, e ho già preso contatti con l’Ufficio scolastico territoriale e con gli organismi sindacali per poter avere un quadro chiaro e completo della situazione. Ho già contattato anche il sottosegretario del Ministero dell’Istruzione Davide Faraone, con cui spero di potermi confrontare nelle prossime ore».

Il problema è davvero intricato dal punto di vista formale. «Per poterlo superare - continua - sarà sicuramente necessario un qualche intervento normativo. Da segnalare anche il fatto che questo è un problema tutto bergamasco: in nessun’altra provincia si sono verificati licenziamenti per motivi come questo. Ci sono davvero ottime possibilità che venga accolto il ricorso del professore (esattamente come sono stati accolti i ricorsi di altri due suoi colleghi nelle scorse ore), ma bisogna cercare di fare in modo che il problema non si riproponga più. Ovviamente mi coordinerò con i colleghi bergamaschi a Roma e spero che il Governo si attivi per cercare una rapida risoluzione al problema. Nei prossimi giorni è atteso il concorso per le assunzioni nella scuola, al quale questi insegnanti, ora come ora, non potrebbero partecipare, rischiando di perdere un’opportunità per il loro futuro».

Solidarietà e vicinanza al professore anche da parte del presidente della Provincia di Bergamo, Matteo Rossi, che su twitter ha annunciato che porterà martedì il caso in Consiglio provinciale.

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