Comitato Lotta per la casa-Comune
Botta e risposta su via Monte Grigna

Il Comitato replica agli assessori Valesini e Marchesi: «Sui temi che riguardano gli alloggi popolari ci sono le idee piuttosto confuse».

Il Comitato Lotta per la casa replica agli assessori comunali Francesco Valesini e Marzia Marchesi (leggi qui l’articolo con le loro dichiarazioni), sulla vicenda degli immobili occupati di via Monte Grigna. «Siamo stupiti – dicono dal Comitato – perché abbiamo scoperto che su temi che riguardano gli alloggi popolari ci sono le idee piuttosto confuse, in particolare da parte di chi politicamente ne ha la responsabilità in città. Per questo abbiamo deciso di fare luce».

La risposta a Valesini: «Nel 2014 come Comitato di lotta per la casa abbiamo dato vita a una campagna di denuncia delle 250 case sfitte comunali, lasciate abbandonate dalla Giunta di fronte all’emergenza abitativa dilagante. Dopo l’inchiesta la Giunta non mosse un dito e, spinti dalla necessità, abbiamo deciso di costruirci un’alternativa da soli: con singoli e famiglie sfrattate abbiamo autorecuperato un intero immobile (dichiarato, pur non essendolo, “inagibile”) al tempo sulla lista degli immobili da vendere, via Monte Grigna 11. Non a caso abbiamo scelto quella palazzina alienata: così non poteva più essere venduta. Non era e non è il caso di vendere alloggi popolari: c’è sempre un boom di richieste ogni volta che c’è un bando (basta pensare al bando di dicembre del 2018) e le assegnazioni non sono mai sufficienti per tutti coloro che ne fanno richiesta. Nonostante questo il Comune ha già venduto molti alloggi popolari (solo in via Monte Grigna l’intero civico 20 e la metà del civico 2) e anche altre case sono ancora in vendita (solo in via Monte Grigna sono 13 gli alloggi tra il civico 18 e il 22 e poi due alloggi, uno al 26 e uno al 5, sono gestite oggi da agenzie immobiliari). Il nostro “servizio alla collettività” è stato anche questo: mettere pressione a Giunta, assessori e Comune e farvi notare che a Bergamo risolvere l’emergenza abitativa deve essere una priorità politica. Non è vendendo alloggi popolari che si risolverà. Inoltre abbiamo un “ruolo per la collettività” in quella via: abbiamo riattivato una rete sociale attenta ai bisogni di chi ci abita vicino. Venite in via Monte Grigna a chiedere (o leggete gli articoli dei giornalisti che ci sono venuti a trovare nei giorni scorsi)».

La risposta a Marchesi: «Lei dice che le case assegnate in un anno sono in media 170. Solo nel 2018 (data dell’ultimo bando pubblicato, a cui potevano partecipare solo nuclei familiari di massimo tre persone) la domanda è stata fatta da più di 850 famiglie. Insomma, avete soddisfatto meno di un quinto della richiesta, senza contare che bastavano due figli per essere esclusi dal bando. Certo, doveva essercene un altro, poco dopo, per le famiglie più numerose… doveva. Dov’è? Siamo sicuri che il vero problema siano i 12 appartamenti di via Monte Grigna 11? Quelli che in cinque anni hanno dato una soluzione concreta a più di 50 persone (di cui 11 minori) in emergenza abitativa? Noi lo ripetiamo, senza timore: quando anche l’ultimo alloggio comunale sfitto verrà assegnato, saremo noi i primi a riconsegnare le chiavi di via Monte Grigna 11 al Comune. Ma come avrete capito, per ora, l’elettricità non c’è ma l’energia non ci manca».

© RIPRODUZIONE RISERVATA