«Contro il tumore ho lottato e vinto
Ma è importante saper accettare»

Le bella lettera di Orietta a «L’Eco di Bergamo»: infermiera alla pediatria di Alzano. «Questa volta ho avuto bisogno io di qualcuno che mi desse coraggio».

Pubblichiamo la bella lettera di Orietta, una donna che ha saputo affrontare con coraggio il tumore al seno. «9 agosto 2017… È già passato un anno dal giorno del mio intervento al seno. Quel momento così delicato è stato preceduto da cicli di chemioterapia faticosi, seguiti da giorni più sopportabili, ma sempre di chemioterapia si parla».

«Nonostante ciò, la mia voglia di farcela e combattere questo “nemico” è stata immensa. Per questo motivo, come tante altre donne che chiamo “amiche di sventura”, sono qui a raccontare la mia storia giunta a buon fine – racconta Orietta –. Grinta, entusiasmo, determinazione e una gran dose di pazzia, che mi contraddistinguono da sempre, sono state le mie carte vincenti. Grazie a questa avventura, se così si può chiamare, ho aperto ancora di più il mio cuore e la mia casa ai miei amici e alle persone (sono state tante!) che in modi e tempi diversi hanno desiderato starmi accanto. Nonostante i miei 51 anni, mi sono sentita una bambina coccolata e amata, in primis dalla mia famiglia: Giada, Claudia, Silvia, Maurizio, la mia adorabile mamma Giusi, che mi ha fatto anche da infermiera, i miei fratelli, le mie cognate, i miei parenti, gli amici e tanti altri conoscenti».

«Non ho mai voluto far pena a nessuno e penso di non averne fatta, ma ho desiderato lasciarmi amare. Questa volta ho accettato io le “cure amorevoli” delle persone care. Nell’umiltà ho pure chiesto aiuto. Credetemi è importante accettare, apprezzare e ringraziare. Sono infermiera nel reparto di pediatria di Alzano. Per questo motivo, solitamente, sono io (grazie al lavoro che amo) a offrire cure e sollievo ai piccoli pazienti e ai loro genitori. Tuttavia, in questa circostanza, come ho detto in precedenza, sono io ad avere ricevuto tanto, staccare la spina e pensare a curarmi per stare bene».

«La vita riserva sorprese, a volte non sempre facili da vivere, ma sono certa del fatto che nulla capiti a caso! Come diceva sempre il mio amato papà (che da lassù è stato il primo a tifare per me): «Il Signore ha disegni su ogni creatura». Sono cristiana, faccio il possibile per essere un piccolo raggio di luce, ma a volte sono anch’io ombra, però anche l’ombra serve). In conclusione, da questa esperienza ho capito molte cose, anche se ho ancora molta strada da fare. Ad esempio, devo imparare ad aver la pazienza nel pazientare e vivere al meglio il presente, essendo più consapevole delle belle persone che mi stanno accanto».

«Mi rendo conto che un tumore possa fare notizia, ma a volte ci sono “mali” dentro l’anima non visibili, forse meno comprensibili che nessuno riesce a capire fino in fondo. Solo l’amore e una grande forza di volontà sono la chiave per aprire le porte dei nostri cuori» spiega Orietta. «Grazie! Un ringraziamento speciale va al dott. Gerbasi (senologo), al dott. Cotroneo (oncologo) e a tutti gli infermieri e Oss che con amore e professionalità svolgono un delicato lavoro».

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