Coronavirus, indagine sui casi reali
L’Ordine dei medici: più di 64 mila i malati

Da tempo l’Ordine dei medici di Bergamo, e i medici di medicina generale stanno lanciando l’allerta: la realtà dei malati Covid è ben diversa e superiore ai monitoraggi ufficiali, in particolare i numeri che riguardano pazienti assistiti a domicilio.

E proprio l’Ordine di Bergamo, come aveva annunciato il presidente Guido Marinoni, ha effettuato un sondaggio: «Un controllo non purissimo dal punto di vista metodologico, ma in cui abbiamo chiesto il coinvolgimento di tutti i medici di medicina generale in Bergamasca, invitandoli a compilare un questionario sul numero di assistiti, numero di casi Covid, quanti seguiti a domicilio, quanti ricoverati, guariti e quanti deceduti. Intendevamo così avere un riscontro oggettivo sul fatto che la prevalenza e l’incidenza di Covid sono largamente sottostimate, in primis per la mancanza di esecuzione di test a tappeto».

E lunedì 6 aprile l’Ordine dei medici ha fornito uno stralcio dei risultati dell’indagine conoscitiva, coordinata dal dottor Roberto Buzzetti con i dottori Paola Pedrini, Ivan Carrara e Tiziano Gamba: al sondaggio hanno risposto 65 medici di famiglia, di tutta la provincia, per un totale di oltre 96 mila assistiti, per il 70% circa di età inferiore ai 65 anni e 30% oltre i 65 anni. L’indagine, va rimarcato, riguarda comunque la popolazione al di sopra dei 15 anni. «Si tratta probabilmente del primo sondaggio in Italia a livello di popolazione, mentre fino ad ora abbiamo sempre sentito parlare della malattia dal punto di vista degli ospedali», scrive l’Ordine. Ebbene, i dati ottenuti indicano, si legge nel sondaggio, che il 6,7 % dei pazienti assistiti hanno in atto o hanno avuto l’infezione da Covid-19, compresi guariti e deceduti, mentre secondo i dati ufficiali (limitati a chi ha eseguito un tampone) si sarebbe a uno 0,86%. «Tenendo conto anche della composizione per età, possiamo stimare per la popolazione provinciale un numero totale di 64.461, con un margine di errore di 1.750 casi (in più o in meno) – si continua nel documento dell’Ordine – . Questo alla data del 4 aprile, ovviamente il numero è destinato ad aumentare nel tempo». Nell’indagine, inoltre, da un numero più limitato di medici che hanno potuto fornire tutti i dati completi si sono tratte ulteriori informazioni. L’Ordine evidenzia comunque che molti medici, probabilmente quelli impegnati nelle zone a maggior patologia (i meno rappresentati non a caso sono i medici operanti in Valseriana), siano stati i meno propensi a rispondere, forse anche per problemi di tempo, stanchezza o addirittura non buona salute. Comunque, da un campione di 53 mila assistiti è emerso che l’1,8% è seguito a domicilio al momento dell’inchiesta, che corrisponde a 17.431 pazienti in isolamento domiciliare sulla popolazione provinciale; ricoverati in media lo 0,2 % degli assistiti che corrisponde, rapportato alla popolazione provinciale, una stima di 2.282 ricoveri dall’inizio dell’epidemia; guariti il 2,4% sugli assistiti che corrisponde a 22.822 sulla popolazione provinciale.

Per quanto riguarda i deceduti, secondo il campione dell’indagine dell’Ordine, sarebbero in media lo 0,3% (su 53 mila assistiti). «Proiettato sulla popolazione generale questo si traduce in 3.019 decessi – si legge nel documento dell’Ordine – . Questo dato, che riguarda i deceduti in seguito all’infezione Covid, è inferiore alla stima dell’eccesso di mortalità calcolato tramite gli uffici anagrafe (4.500 morti circa, come pubblicato da L’Eco di Bergamo). Anche in questa valutazione andrebbe tenuto conto della minore presenza nel campione esaminato di medici della Valseriana.

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