Covid, a maggio casi gravi giù del 68%
In Bergamasca decessi in calo

Nelle terapie intensive lombarde riduzione costante dei ricoveri. In città e provincia 1.972 contagi nell’ultimo mese, 106 le morti per coronavirus.

Una bussola per valutare compiutamente l’andamento dei contagi dopo le riaperture del 4 e soprattutto del 18 maggio, che hanno restituito libertà negli spostamenti. La data chiave per gli esperti dovrebbe essere l’8 giugno, a tre settimane esatte dalla fine del lockdown. Concetto ribadito anche dall’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera. Tuttavia esaminando i dati complessivi di maggio si può già tracciare qualche bilancio che autorizza a un cauto ottimismo.

Una premessa: la curva dei contagi è influenzata dai dati fluttuanti dei tamponi processati, che variano ogni 24 ore incidendo sulla dinamica dei casi positivi accertati, ma un dato è incontrovertibile: i pazienti ricoverati nelle terapie intensive in Lombardia sono calati in un mese del 68,8% e dai 545 posti letto occupati il 2 maggio si è arrivati ai 170 registrati a fine mese (-375). Una riduzione progressiva che, insieme al numero dei decessi, rappresenta un valido indicatore per un’analisi approfondita della trasmissibilità del virus. Dal 4 al 17 maggio i posti letto nelle terapie intensive sono calati di 277 unità e altri 82 pazienti hanno lasciato i reparti critici dal 18 al 31 maggio. Il dato della riduzione delle terapie intensive resta quello più costante, perché in una sola occasione si è riscontrato un aumento giornaliero dei pazienti ricoverati (+18, il 10 maggio). Quanto ai decessi, il dato non ha subito variazioni significative nell’arco di un mese e le vittime ufficiali per coronavirus registrate a maggio sono state 1.923, con la particolarità degli zero decessi comunicati il 24 maggio e confermati dalla Regione dopo le mancate segnalazioni di morti per Covid dalle reti ospedaliere e dalle anagrafi territoriali.

Dal 18 maggio i decessi giornalieri non hanno mai raggiunto le 100 unità, attestandosi intorno a una media di 50 ogni 24 ore, anche se gli esperti hanno ribadito a più riprese che il dato sarà l’ultimo a diminuire dopo quello dei contagi, dei ricoveri e delle terapie intensive, trattandosi di pazienti che si sono ammalati nelle settimane precedenti con un progressivo aggravamento del quadro clinico. Il dato dei contagi merita una trattazione particolare in rapporto al numero dei tamponi processati, spesso comunicati in un’unica occasione anche se riferiti a periodi precedenti. In Lombardia dal 18 al 31 maggio sono stati accertati 4.124 nuovi casi positivi contro i 6.711 dal 4 al 17 maggio. Nonostante le riaperture del 4 e del 18 maggio non si sono registrati quindi punti di risalita della curva dei contagi in Lombardia e il dato dovrebbe essere interpretato in senso positivo, eppure i nuovi casi positivi riscontrati sul territorio regionale rappresentano costantemente la metà del dato giornaliero nazionale. Incrementi da monitorare con prudenza, ai fini proprio della data indicata dell’8 giugno.

Tra i dati positivi di maggio bisogna rimarcare la percentuale dei casi positivi sul totale dei tamponi giornalieri, che si è progressivamente ridotta e potrebbe incidere sulle valutazioni complessive del contagio: il rapporto tra nuovi positivi e test quotidiani, che aveva raggiunto il picco del 26,8% a metà aprile, a maggio non ha mai superato la soglia del 10%, attestandosi intorno al 2% dal 18 maggio in poi. Capitolo Bergamasca: dal 18 al 31 maggio sono stati accertati 923 casi positivi (sul dato però incide l’incremento anomalo di tamponi processati il 19, 23 e 27 maggio), mentre dal 4 al 17 maggio ne sono stati riscontrati 620. In totale sono 1.972 i contagi accertati nella Bergamasca dal 2 al 31 maggio. Sono invece 106 i decessi ufficiali di maggio riconducibili al coronavirus tra Bergamo e provincia (87 dal 4 al 17 maggio e 32 dal 18 maggio a fine mese).

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