Crisi di Governo, resta il nodo Conte-bis
Spunta Misiani nel toto ministri

Resta il nodo premier nelle trattative di governo in corso tra Pd e M5s. «Siamo pronti già oggi» a vederli «per capire come andare avanti», afferma Zingaretti ribadendo però la necessità di una «discontinuità anche sui nomi».

Ma Di Maio non arretra su Conte e attacca: «L’Italia non può aspettare il Pd». Centinaio dalla Lega intanto spera che si possa trovare il modo per «recuperare il rapporto» con M5s. Oggi previsti il vertice dei big pentastellati e i tavoli dem con sindaci e governatori.

Il segretario del Pd Nicola Zingaretti è oggi nella sede del partito, in largo del Nazareno a Roma e dovrebbe trascorrervi la mattinata. Con lui diversi dirigenti del partito, da Dario Franceschini a Maurizio Martina. Ieri invece, si sono svolti tavoli del partito democratico per stilare le priorità dei Dem per un eventuale accordo con i grillini. Oltre alle proposte concrete su cui confrontarsi e le condizioni sul tavolo, si cominciano anche a fare i nomi dei possibili ministri, il Pd vorrebbe Economia e Sviluppo Economico, oltre che la Giustizia . Dicasteri a cui Zingaretti vorrebbe mandare i suoi fedelissimi, il bergamasco Antonio Misiani, già responsabile economico del partito, Paola De Micheli e Andrea Orlando.

Anche oggi sarà una giornata piena d’incontri e trattative.

Intanto sul fronte 5Stelle, i dieci punti da presentare al Pd sono stati costruiti dal gruppo parlamentare, «con un metodo partecipativo: non è stata una scelta calata dall’alto ma è stata fatta valere l’intelligenza collettiva. È nata la fase 2 del Movimento». Lo precisa il deputato M5s Luigi Gallo, in un’intervista a La Repubblica.

Con la Lega «il discorso è chiuso», per una volontà «molto forte espressa dall’assemblea dei parlamentari» aggiunge. In caso le trattative con il Pd andassero male «resta solo il voto». Salvini «ha fatto un’operazione di tradimento degli italiani nella crisi di governo più pazza del mondo, ora vuole fare il diavolo tentatore, convinto che il M5S possa mettere l’ego personale davanti al Paese - spiega Gallo -. Evidentemente ci confonde con Berlusconi». Il deputato M5s sottolinea di non avere mai votato Pd, di avergli fatto sempre fatto opposizione, ma pensa «di conoscerlo bene e avere gli anticorpi per creare un dialogo. C’è un stata una infatuazione di molti verso la Lega, non avevamo i giusti anticorpi con loro». Rispetto al nodo premier, Gallo definisce Conte «il politico più amato dagli italiani, ed è molto temuto da Salvini. Quindi non capisco il no del Pd. Però non impicchiamo l’Italia a un nome». Il deputato M5s non crede che per certificare un eventuale accordo con il Pd si debba passare per la piattaforma Rousseau: “Siamo in una fase di emergenza economica, i tempi sono strettissimi e Mattarella vuole chiudere entro martedì (domani, ndr ). Qualsiasi votazione sarebbe assurda».

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