Crollo del ponte di Annone, sei indagati
Due sono dirigenti in Provincia a Bergamo

Sono sei gli indagati a cui è stato notificato l’avviso di chiusura delle indagini per il crollo del ponte di Annone, avvenuto nel Lecchese il 28 ottobre del 2016, causato dal passaggio di un trasporto speciale.

Nel crollo morì un automobilista schiacciato nella sua vettura. Sono due ingegneri del Settore viabilità della Provincia di Lecco, il capo compartimento di Anas, due dirigenti del settore Pianificazione territoriale della Provincia di Bergamo (che avevano autorizzato il trasporto) e un professionista che si occupò della manutenzione del manufatto.

Nel video, acquisito agli atti dell’inchiesta e analizzato in ogni suo frame, si vede il ponte di Annone che sovrastava la Superstrada 36 accasciarsi al passaggio di un Tir che trasportava un carico speciale di bobine di ferro. Il troncone del ponte schiaccia completamente l’Audi di colore bianco del pensionato Claudio Bertini, 68 anni, che rimarrà ucciso, mentre un’altra vettura vola letteralmente in aria ma il suo conducente se la caverà, così come altri automobilisti sfiorati.

A distanza di oltre due anni da quel pomeriggio del 28 ottobre del 2016, con non poche difficoltà dovute a trasferimenti di pm e conseguente carenza d’organico, la Procura di Lecco, diretta da Antonio Chiappani, ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini, che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, a sei indagati accusati di omicidio e disastro colposi. Tre di loro erano stati iscritti nel Registro degli indagati quasi subito: sono due ingegneri del settore viabilità della Provincia di Lecco e il capo compartimento di Anas. In seguito al deposito di una consulenza disposta dalla Procura, le indagini si erano estese ad altre tre persone, due dirigenti del settore Pianificazione territoriale della Provincia di Bergamo, che avevano rilasciato l’autorizzazione al trasporto eccezionale, e un professionista del Varesotto. Quest’ultimo aveva ricevuto l’incarico nel 2013 di progettare la manutenzione del cavalcavia e di altri manufatti e strade gestiti da Anas nel Lecchese.

Escono indenni dal procedimento i responsabili della Nicoli, azienda bergamasca che aveva curato il trasporto finito in tragedia: sin dalle fasi iniziali dell’indagine, era emerso che il Tir era regolare. Risultò pesare 107 tonnellate e mezzo, 500 chili in meno rispetto al limite massimo previsto dall’autorizzazione rilasciata all’azienda dalla Provincia di Bergamo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA