Dall’acido a un «passeur» regolare
Documenti falsi, 164 arresti a Orio

Nel «pacchetto» da migliaia di euro documenti quasi perfetti e un accompagnatore regolare. Dietro il fenomeno organizzazioni criminali: le indagini della polizia di frontiera.

Residente fuori dallo Spazio Schengen, si presenta ai controlli della polizia di frontiera di Orio al Serio con in mano un visto della Polonia, Stato che rientra invece nei confini di Schengen, dove le persone possono circolare liberamente. «Perché hai un visto polacco e arriva in Italia?», gli chiede l’agente. L’uomo – nordafricano e dunque cittadino di un Paese che non rientra nell’area europea senza controlli delle persone alle frontiere – tergiversa: spiega a grandi linee e in maniera confusa che in Polonia in effetti ci andrà, ma tra una settimana. «E, nel frattempo, come e dove vivrà qui?». In poche domande il suo escamotage per entrare in Italia crolla come un castello di carte. Non gli sarà concesso l’ingresso nel nostro Paese e verrà rimandato indietro con il primo volo utile, come prevede la normativa.

I numeri parlano chiaro: dallo scorso gennaio la Polaria ha intercettato qualcosa come 237 documenti falsi, quasi tutti passaporti. Praticamente, in media, uno ogni giorno. Da gennaio a oggi sono inoltre state arrestate 164 persone, mentre altre 160 ne sono state denunciate.

Il lavoro dei poliziotti che controllano i documenti è certosino: le loro tecniche si sono raffinate tanto quanto quelle dei falsari. «Che sono spesso vere organizzazioni criminali – spiega il vicequestore Luca Rocco, vice comandante della Polaria di Orio – che, a fronte del pagamento di migliaia di euro, consegnano al passeggero che vorrebbe entrare in Italia in maniera irregolare una sorta di “kit”, con il documento falso, ma anche l’accompagnamento di una persona per tutto il viaggio: in gergo si chiama “passeur” ed è un passeggero regolare, che ha il compito di accertarsi che tutto il viaggio del “cliente” vada per il verso giusto. Salvo poi ritirargli, a “consegna” avvenuta, il documento falso, che sarà riutilizzato da altri passeggeri». E per falsificare i passaporti non serve soltanto la tecnologia. Ma anche la chimica: l’ultima trovata – scoperta proprio a Orio e poi diramata a tutte le polizie di frontiera d’Europa, con le quali la Polaria del Caravaggio è collegata tramite l’agenzia «Frontex» – consiste nel cancellare tutti i dati di un passaporto vero – e solitamente rubato – tramite l’utilizzo del perossido di idrogeno.

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