Don Spada, sacerdote e giornalista
con i bergamaschi sempre nel cuore

Venerdì alle 11 Messa alle Grazie per il 13° anniversario della sua scomparsa
Diresse L’Eco per 51 anni, con occhio attento alle notizie e alla sensibilità per le person

È ancora vivo il ricordo di don Andrea Spada, a 13 anni dalla sua scomparsa, il 1° dicembre 2004. Uomo di fede, sacerdote e grande giornalista, capace per oltre mezzo secolo di governare il timone de L’Eco di Bergamo, don Spada sarà ricordato venerdì mattina, alle 11, in una Messa in suffragio che sarà celebrata nella chiesa delle Grazie in viale Papa Giovanni da monsignor Arturo Bellini.

Un destino scritto, quello di don Spada, nato il 24 gennaio 1908 a Schilpario, nel giorno in cui la chiesa celebra San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Di lui oggi si ricordano la tempra, la fierezza, il carattere, il carisma e quella capacità rara nel saper coniugare le necessità del cronista, a caccia di notizie e di verità, con la sensibilità e il rispetto delle persone.

Ordinato sacerdote il 30 maggio 1931, don Spada venne inviato al Patronato San Vincenzo come vicedirettore di don Bepo Vavassori. La sua seconda vocazione, quella per il giornalismo, era già chiara quattro anni più tardi, quando divenne direttore del settimanale diocesano «La Domenica del popolo». E fu proprio don Bepo, sul finire del 1938, a suggerire al vescovo Adriano Bernareggi il suo nome per la direzione de L’Eco di Bergamo. «Mi chiamò il vescovo – raccontò monsignor Spada –. Io non sapevo cosa fosse un giornale ma obbedii. Il lunedì diventai praticante, il martedì redattore, il mercoledì caporedattore e il giovedì direttore». Aveva solo trent’anni, don Spada, e restò alla guida del giornale per altri 51.

Chi ha avuto la possibilità di stargli vicino e di condividere con lui un tratto di strada nel percorso della vita, oggi ricorda ancora la sua lungimiranza, la sua intelligenza e la sua profonda onestà intellettuale. Qualità sempre più rare, che a 13 anni dalla scomparsa fanno percepire ancora la presenza di don Spada in mezzo alla sua gente.

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