False fideiussioni per oltre 200 milioni
Maxi operazione da Forlì fino a Bergamo

L’operazione si chiama «Mister James» e 8 sono le custodie cautelari nei confronti di un’associazione a delinquere finalizzata all’abusivismo finanziario, alla commissione di bancarotte, truffe, ricettazione e appropriazione indebita.

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Forlì, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, stanno eseguendo 8 ordinanze di custodia cautelare (2 in carcere e 6 nella misura degli arresti domiciliari) nell’ambito di un’indagine condotta nei confronti di un’associazione a delinquere, operante in Italia ed all’estero, dedita alla commissione di una pluralità di reati quali l’abusivismo finanziario, la bancarotta fraudolenta, truffe, anche aggravate, realizzate mediante emissioni di garanzie fideiussorie false, ricettazione ed appropriazione indebita.

Gli accertamenti esperiti, avviati nel decorso 2016, hanno consentito di poter deferire 34 soggetti, delineando le ramificazioni e la struttura dell’associazione a delinquere che, pur avendo sede nel territorio forlivese operava anche in Lombardia e nello specifico nella Bergamasca, Lazio, Campania e Sicilia attraverso più società.

Importante, al fine della ricostruzione delle movimentazioni finanziarie, l’apporto fornito dalle segnalazioni per operazioni sospette generate dai presidi antiriciclaggio che hanno consentito d’individuare ingenti flussi finanziari dirottati anche su banche estere site nel Principato di Monaco e Malta. Nello specifico, il modus operandi dell’associazione prevedeva di - emettere false polizze fideiussorie a favore di terzi soggetti procurandosi illeciti guadagni; individuare società che versavano in grave crisi finanziaria, acquisendole attraverso società di comodo create ad hoc ed intestate a «teste di legno» prive di fonti reddito; stipulare contratti d’affitto d’azienda attraverso i quali garantirsi la gestione dell’azienda acquisita in ogni suo aspetto e quindi procedere alla definitiva «spoliazione» di tutti i beni finanziari e strumentali, anche mediate la contestuale rivendita a terzi soggetti; fornire alla platea dei creditori delle aziende acquisite, false garanzie fideiussorie, per altro dietro il pagamento di lauti corrispettivi, al fine di procrastinare nel tempo ogni attività volta al soddisfacimento dei propri crediti.

Con riferimento alle false garanzie fideiussorie, le stesse venivano immesse sul mercato a nome di uno «pseudo» istituto di credito con sede a Londra, di altro istituto di credito realmente operante ma totalmente all’oscuro di tali operazioni, con sede a Stoccolma, nonché attraverso società finanziarie italiane non abilitate e prive di qualsiasi copertura finanziaria atta a soddisfare i creditori.

Nel corso dell’articolata attività investigativa è stato già accertato il pagamento di premi per un capitale garantito pari a circa 50 milioni di euro mentre sono in corso ulteriori accertamenti su polizze che si ritiene possano essere state proposte e/o stipulate per ulteriori 150 milioni. Tra i beneficiari delle false polizze fideiussorie, oltre a privati ed imprenditori, figurano anche istituti di credito ed enti pubblici: allo stato 150 risultano gli episodi di truffa ricostruiti.

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