Gemelline, condizioni stabili
La mamma verso le dimissioni

Mentre la mamma lascerà la stanza del «Papa Giovanni» per tornare a casa e poi far la spola tra la città in cui abita col marito e Bergamo per stare con le figlie, le due gemelline siamesi restano sotto sorveglianza nella culla della Terapia intensiva neonatale dell’ospedale, dove sono nate una settimana fa.

Stanno bene, i parametri vitali stabili, l’assistenza da parte del personale medico e infermieristico sotto la regia del primario Giovanna Mangili è costante, anche le condizioni delle bambine sono stabili e il decorso post parto è buono. Nel frattempo, pian piano si comincia a guardare avanti, perché per ogni eventuale futura decisione, la medicina sia pronta.

Confermato che le piccole sono unite per la zona dell’addome e che hanno il fegato in comune, si tratta ora di vedere che altro condividono: prima di tutto capire se il sistema dei vasi biliari, che collegano il fegato agli altri organi, è unico o oppure separato. Poi l’attenzione dei medici è rivolta all’addome, per cercare di stabilire i collegamenti dell’intestino e degli altri minuscoli organi delle gemelline.

Un’indagine che richiede ovviamente il lavoro di un team di specialisti con competenze differenti, dalla radiologia alla neonatologia passando per diverse altre. Competenze che il «Papa Giovanni» ha in eccellenza, che si devono applicare però a un caso unico, anzi primo e finora unico, nella storia dell’ospedale di Bergamo.

Su L’Eco di Bergamo del 30 agosto due pagine di approfondimento

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