Gerry, morto a 36 anni per una malattia
«La morte non pone fine a nulla»

Due lauree, un lavoro in banca era sposato da pochi mesi quando scoprì di essere malato. Il ricordo di Valcanale di un uomo speciale.

«Non c’è nulla di tragico in quanto la morte non pone fine a nulla, ma tutto conferisce in una gioia, per chi crede, più grande ed eterna». Con queste parole Gerardo «Gerry» Zucchelli salutava amici e parenti dieci anni fa, in una lettera scritta di suo pugno quando la malattia, che lo portò via a 36 anni, il 22 agosto del 2008, non sembrava ancora essere invincibile.

«Questo avverrà – continua la lettera – anche attraverso la vostra continua preghiera che diventerà un mezzo di comunicazione e che ci permetterà di sentirci ancora tutti uniti, e non solo nel ricordo ma in una presenza quotidiana. Siate quindi sempre nella gioia del mio ricordo e pensatemi con un sorriso e con il mio sorriso che vuole essere il mio principale segno di eredità e testimone nei vostri confronti». Una fede incrollabile e uno spirito di servizio che hanno reso indimenticabile la sua figura, che anche quest’anno verrà ricordata con una Messa, mercoledì 22 agosto alle 20 nella parrocchiale di Valcanale.

Gerardo Zucchelli era nato in una piccola contrada di Valcanale, Zanetti. Dopo la prima delle due lauree, una in Economia e una in Giurisprudenza, aveva iniziato a lavorare nella filiale di Lovere dell’allora Banca Popolare di Bergamo. Era molto legato alla sua comunità e alla famiglia: attivo in parrocchia, era un punto di riferimento per molte persone. In particolare aveva scelto di dedicare parte della propria vita a uno dei suoi due fratelli, affetto da una grave patologia. Nel gennaio del 2007 si era sposato con Mimma e pochi mesi dopo aveva scoperto la malattia, che non lo aveva fatto perdere d’animo.

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