Giorgio, l’abbraccio per superare il dolore
Ultimo saluto al sedicenne morto in bici

«Ciao Giorgio, amore mio»: il saluto della mamma di Giorgio Oddi, lo studente del «Natta» morto in un incidente in bici sabato 13 aprile a Curno. L’abbraccio degli amici alla famiglia.

Tantissimi giovani, amici, compagni di classe dell’istituto «Natta» si sono trovati per dare l’ultimo saluto a Giorgio Oddi, il sedicenne di Longuelo travolto e ucciso da un’auto alle 19 di sabato 13 aprile a Curno mentre percorreva la Briantea sulla sua mountain bike. Accanto al feretro, all’ingresso della chiesa parrocchiale di Longuelo, papà Carlo, mamma Giulia e il fratello di 15 anni, Alberto, stretti in un lungo abbraccio proprio da quei ragazzi. «Giorgio il dolore mi frantuma e nulla mi può sollevare – ha detto la mamma di Giorgio –. Stacci vicino ora. Troppo perfetto per questo mondo, degno solo di stare in Paradiso, accanto alla tua Madre Celeste. Ciao Giorgio, amore mio».

Sul feretro una corona di girasoli gialli. Nella chiesa gremita anche la famiglia di Maurizio Besana, 59 anni, di Bonate Sotto, unito nella tragica sorte dell’incidente stradale di sabato sera: ai famigliari di Giorgio hanno portato il loro saluto i fratelli di Pierangelo e Benedetto, la moglie Tiziana e la figlia Eleonora.

«Non so se questa mattina ce la facciamo a continuare questo canto “Dove c’e una croce tu sei la speranza” – ha detto prima della Messa il parroco don Massimo Maffioletti –. Non so se ce la facciamo perché il cuore nostro è più gonfio di lacrime che non di parole. Abbiamo bisogno di aiutarci, venirci incontro perché quello che stiamo vivendo é troppo forte e non so nemmeno se avremo le parole giuste. Quali sono le parole giuste? Per stare vicino ai compagni di Giorgio e Alberto e ai familiari. Chiediamo al signore che ci aiuti a pregare e sperare il massimo che si possa. La giustizia massima che si deve a una vita spezzata. Quindi iniziamo a pregare insieme. Sia questa la carezza, l’abbraccio e il rispetto».

In tanti amici hanno voluto ricordare Giorgio, una persona simpatica, con la battuta sempre pronta ma anche molto responsabile. Non a caso è sempre stato rappresentante di classe. Giorgio frequentava il Natta e ci teneva alla scuola, la «sua» scuola. Un legame che le insegnanti hanno sottolineato a più riprese alla dirigente scolastica Maria Amodeo. Proprio in onore e ricordo di Giorgio il laboratorio di chimica organica verrà intitolato a lui. Giorgio amava il volo, e il paracadutismo, ma anche i videogiochi e la chimica: per spostarsi si muoveva sempre in bici, quella bici su cui è rimasto vittima di un terribile incidente.

«Avremmo voluto averlo avuto qui con noi oggi, non così, ma per ascoltare le sue passioni, i suoi hobby, con il suo senso di responsabilità, la sua simpatia – ha proseguito don Maffioletti –. È un funerale che non avrei voluto celebrare perché in questi casi non ci sono parole ma solo lacrime. La morte di Giorgio ci ha impietriti, ci sono dolori per cui non ci sono spiegazioni. Voglio parlare ai ragazzi giovani. Ci sono dolori che ci feriscono nella profondità dell’anima, una morte che ci pare profondamente ingiusta. Non c’è nulla di più ingiusto di una morte giovane. Ci sentiamo abbandonati perché nessuno ci darà spiegazioni, perché non ce ne sono eppure siamo qui a rivolgerci al Dio del silenzio a cui rivolgiamo tutte le nostre domande e piangiamo tutte le nostre lacrime con la certezza che se c’è un Dio non vuole questa morte. Scordiamoci che esista un Dio cinico che vuole la morte di un figlio, è proprio con le sue lacrime che laverà i suoi piedi come domani nella lavanda dei piedi. Se esiste un Dio lui asciugherà il nostro pianto e la morte di questo ragazzo è anche la sua. Il nostro Dio ci sarà vicino, la sua è autentica compassione».

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