Giovani Neet, né studio né lavoro
Inchiesta di otto pagine su L’Eco

Sono i giovani che non studiano, non lavorano e non si formano, in Italia sono sopra la media europea, un dato che preoccupa per il presente, ma soprattutto per il futuro del nostro paese. Inchiesta di otto pagine su L’Eco di Bergamo in edicola il 13 febbraio.

«Siamo la più grande fabbrica di trasformazione di giovani da potenziale risorsa per la crescita del Paese a soggetti inattivi e a rischio di emarginazione sociale. È vero che esistono ampie differenze all’interno del territorio italiano, ma non c’è alcuna regione italiana sotto la media europea per numero di Neet».

Così Alessandro Rosina, ordinario di Demografia e statistica alla facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano, descrive il fenomeno dei giovani che non studiano e non lavorano, appunto i Neet (Not in education, employment or training). L’immagine è drammatica: per incapacità e disorganizzazione, il nostro Paese spegne le potenzialità dei giovani anziché esaltarle.

Su L’Eco di Bergamo di giovedì 13 febbraio otto pagine di approfondimento: un viaggio tra i giovani, con numeri, storie e riflessioni, oltre che di Rosina, anche del giuslavorista Michele Tiraboschi e dei sociologi Emilio Reyneri e Dario Nicoli.

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