«Gli asili nido privati sono da riaprire»
Da discutere ci sono le regole e le rette

Da Milano a Palermo un flash mob silenzioso per ricordare l’importanza degli asili nido privati.

Anche davanti a Palazzo Lombardia giovedì 21 maggio il Comitato EduChiAmo, che riunisce gestori, genitori e operatori degli asili nido e delle scuole per l’infanzia privati, ha inscenato un flash mob. L’intento è denunciare il silenzio nel Decreto Rilancio sui servizi educativi da 0 a 6 anni. Strutture che in tutta Italia sono più di 10 mila.

E sulla questione asili nido privati, messi in seria difficoltà dal punto di vista economico e dunque organizzativo, si è anche espresso l’assessore regionale alle Politiche per la famiglia, Silvia Piani, che ha annunciato l’intenzione di «attivare un momento di confronto con i gestori degli asili nido privati», in modo da essere pronti per un’ipotetica riapertura.

«Dispiace e preoccupa constatare - ha dichiarato l’assessore - che il recente Decreto Rilancio dimentichi i più piccoli, relegando a un ruolo di assoluta marginalità anche i gestori di asili nido privati che integrano in maniera determinante il sistema di offerta pubblico». «Siamo assolutamente disponibili all’incontro - sottolinea Giovanni Battista Sertori, presidente dell’associazione degli asili e scuole materne Adasm-Fism -, anche perché, nel momento in cui viene chiesto di riaprire con un rapporto tra educatore e bambini di uno a tre, dobbiamo affrontare il tema delle rette. Questo implica necessariamente un raddoppio dei costi a carico delle famiglie perché al momento il rapporto era di uno a sette.

«La domanda che ci poniamo è dunque quale sia la cifra che possiamo chiedere alle famiglie in questo momento così difficile. Tra le ipotesi, se non arrivano aiuti straordinari, quella che i genitori possano utilizzare allo scopo i buoni baby sitter. Certo - precisa ancora Sertori - bisognerà vedere anche quale sarà la richiesta delle famiglie che, di fronte a una serie di incertezze, cercheranno magari soluzioni alternative».

Stanziamenti ad hoc di fondi a sostegno delle scuole paritarie sono stati chiesti anche dalle forze politiche: «Le scuole paritarie sono indispensabili perché danno servizi non coperti dall’offerta pubblica», ha dichiarato giovedì 21 il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia) durante una manifestazione indetta da vari coordinamenti degli asili nido privati davanti a Montecitorio. «Il governo ha dimenticato gli asili privati, gli educatori, le famiglie e migliaia di bambini che oggi vivono nell’incertezza - afferma la deputata della Lega Alessandra Locatelli -. Le risorse non bastano, la cassa integrazione non arriva, non ci sono ancora linee guida».

«Il sistema degli asili nido è un sistema misto - ricorda l’assessore all’Istruzione di Palafrizzoni Loredana Poli, presidente del dipartimento Istruzione di Anci Lombardia - che comprende appunto gli asili comunali, paritari e privati. In questo momento gli asili privati stanno facendo più fatica degli altri e va quindi sottolineato che qualunque pezzo di questo sistema integrato si perda è un arretramento per la nostra Regione sia dal punto di vista del servizio fornito alle famiglie sia rispetto al raggiungimento dell’obiettivo europeo del 33% di posti bambini da zero a tre anni disponibili. Come Comune di Bergamo noi abbiamo raggiunto il 37% e non vorremmo trovarci a tornare indietro».

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