I veleni scaricati dalla Camorra al Nord
Il boss pentito 3 ore davanti ai magistrati

In tv Nunzio Perrella aveva parlato dei rifiuti portati al Nord e in particolare nel Bresciano.

Da una parte il procuratore aggiunto di Brescia Sandro Raimondi e dall’altra l’ex boss della Camorra Nunzio Perrella. In mezzo un registratore per verbalizzare tutto quanto riferito dall’uomo che davanti alle telecamere di una trasmissione televisiva aveva detto: «La monnezza è oro e nel Nord state peggio di noi» con quel «noi» riferito alla Terra dei fuochi. Parole pesanti come macigni. Il faccia a faccia in Procura a Brescia può essere il punto di partenza di un’indagine che non sarà facile e nemmeno breve, ma che potrebbe far emergere dal sottosuolo il veleno sepolto per anni. «Io ci sono». «Perrella ha raccontato aspetti importanti e sono sicuro sia stato il primo interrogatorio di una serie che effettuerà con i magistrati bresciani» racconta l’avvocato napoletano Ferdinando Rossi, legale storico dell’ex boss che dal 1992 è stato collaboratore di giustizia svelando traffici di rifiuti da Sud Nord e viceversa.

Perrella ha citato gli stessi comuni menzionati in tv, alcuni vicini alla Bergamasca: «Rovato, Montichiari, Ospitaletto, Castegnato» e, agenda alla mano, ha ricostruito tanti movimenti di rifiuti pericolosi. «Perrella è a disposizione della magistratura per iniziare un percorso che possa portare a nuove verità» riferisce l’avvocato dell’ex boss della Camorra. «Certo è che può fornire informazione capaci di aprire nuove pagine di inchiesta riferite al traffico illecito dei rifiuti».

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