Il Bocia «pericoloso» per la sicurezza
Richiesta la sorveglianza speciale

L’assalto al pullman dei tifosi interisti di sabato pomeriggio (di cui non è accusato) non c’entra nulla. Ma nuovi guai potrebbero attendere dietro l’angolo il capo della Curva Nord dell’Atalanta, Claudio Galimberti, detto «Bocia», 42 anni, già condannato in primo grado a tre anni di reclusione lo scorso 20 aprile al maxi processo contro il tifo violento e rinviato a giudizio con l’ipotesi di associazione per delinquere finalizzata a reati da stadio.

Infatti nei giorni scorsi (comunque prima della gara casalinga con i milanesi finita in bagarre) dalla questura è partita una richiesta al Tribunale, affinché il capo ultrà venga sottoposto alla misura della sorveglianza speciale. Un collegio formato da tre giudici si pronuncerà al termine di un’udienza in camera di consiglio (a porte chiuse) fissata per giovedì 4 febbraio.

La sorveglianza speciale è una misura di prevenzione che si applica, di norma, a soggetti che vengono ritenuti in senso generale pericolosi per la sicurezza pubblica e prevede limitazioni piuttosto pesanti per la libertà personale, più o meno rigide a seconda dei casi e della valutazione dei giudici.

Per intenderci: in gioco non c’è un semplice Daspo, il divieto di assistere a una partita di calcio allo stadio (Galimberti ne ha collezionati parecchi in «carriera»), ma prescrizioni come l’obbligo di restare a casa in orario serale e notturno, il ritiro della patente o del passaporto. Il tutto per un periodo da uno a cinque anni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA