Il collega calunniato da Bossetti
chiede risarcimento di 100 mila euro

Ad aprire l’udienza di venerdì 20 maggio a carico di Massimo Bossetti, accusato di aver ucciso Yara Gambirasio, è stato l’avvocato Carlotta Biffi, legale di Massimo Maggioni, collega di lavoro dell’imputato.

Maggioni era stato calunniato da Bossetti, in quanto l’imputato - tra le varie insinuazioni - lo aveva accusato nemmeno troppo velatamente, in un interrogatorio davanti al pm dopo l’arresto, di aver trasferito il suo sangue lasciato su uno straccio o su un attrezzo in cantiere sul corpo della povera Yara in modo che chi investigava colpevolizzasse proprio lui. Bossetti nel corso del processo si era difeso dicendo che non voleva accusare nessuno e di aver avanzato soltanto un suo sospetto derubricando le sue parole a «una semplice esternazione».

L’avvocato Biffi ha parlato di accuse infamanti, di vita stravolta, di impossibilità di dormire per il suo assistito e ha domandato un risarcimento di 100 mila euro e in subordine almeno 50 mila euro più il pagamento delle le spese processuali. Nella sua arringa Biffi ha sottolineato la gravità del reato di calunnia ricordando, come esempi originali la canzone «Bocca di rosa» di De Andrè, il Barbiere di Siviglia di Rossini e il quadro «La calunnia» di Botticelli.

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