Muti: grazie Bergamo - Foto/video
Ecco i suoi ricordi, celebrando Donizetti

Ricordi, aneddoti, consigli e tante battute. Un grande maestro Riccardo Muti ha ricevuto in Comune la medaglia d’oro. Ecco il video della diretta a Palazzo Frizzoni.

Martedì sera 29 novembre al concerto di Muti, ospite del Festival Donizetti Opera per il 50° del suo esordio come direttore d’orchestra, che avvenne a Bergamo il 27 novembre del 1966, parteciperà il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Comune di Bergamo e Fondazione Donizetti - che ringraziano il maestro Muti «che ha gentilmente concesso questa opportunità» - hanno organizzato la visione su maxischermo: una presso il Centro Congressi Giovanni XXIII, un’altra all’aeroporto di Orio al Serio (terminal Partenze), una terza alla casa di riposo Carisma di via Gleno e un’ultima in Seminario.

La consegna a Muti della medaglia d’oro della Città di Bergamo è stata programmata con un Consiglio comunale straordinario a Palazzo Frizzoni. «Ricordo una serata molto particolare, quella di 50 anni fa a Bergamo» ha commentato il maestro che però dice scherzosamente pensando all’età che passa «di non amare la ripetizione degli anni che passano e il numero 50». E aggiunge: «Ero molto emozionato quel giorno». Poi poi parla di Donizetti: «Iniziai la mia carriera con il Don Pasquale». Il maestro si è riunito poi con il sindaco Gori prima della cerimonia ufficiale di consegna della medaglia d’oro.

Durante la cerimonia il saluto è stato del sindaco Gori, dell’assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti e del direttore artistico del Teatro Donizetti Francesco Micheli.

«Voglio ringraziare Bergamo per questo onore che mi viene conferito. La cosa più importante - ha detto Riccardo Muti -, oltre al piacere di essere qui, è di avere i ragazzi che studiano musica qui con me. C’è una frase di Sant’Agostino: “Cantare amantis est”, tre parole che significano un mondo. “Cantare è di colui che ama”, significa che la musica ci avvicina a Dio, una frase da ricordare - a prosegue -. Perchè colui che ama è colui che vuole bene all’altro, fondamento della società. E questo si esprime con la musica: cantare insieme».

E fa una vera e propria lezione di armonia ai giovani: «La musica è fondamentale. Non bisogna insegnarla, per ammorbare i bambini con il solfeggio... per non parlare del piffero (e i ragazzi e le personalità ridono). Ma bisogna spiegare l’armonia, per muoversi nella foresta dei suoni: ascoltando le opere anche più complesse, anche i brani musicali più difficili, per penetrare nel mondo dei suoni». Abituarsi quindi all’ascolto:«Tutto questo l’ho imparato da insegnanti italiani: io sono un prodotto della scuola italiana e ne vado fiero».

E poi il maestro Muti parla di Bergamo: «Quando iniziai avevo paura perchè cominciavo. Stasera avrò paura perchè devo dimostrare che cinquant’anni non sono passati invano» . E non ha portato l’orchestra di Chicago, ma i giovani: «Una rappresentanza di tutta l’Italia, giovani ed espressione del nostro Paese. E sono contento che ci sarà il Presidente della Repubblica, perchè possa prendere atto che bisogna fare come sta facendo Bergamo: non bisogna solo parlare, ma anche agire. Molti di questi ragazzi probabilmente non troveranno lavoro». Un appello anche per riportare il musicista Cherubini in Italia: «A Mattarella stasera glielo devo proprio dire», ha detto con accento partenopeo.

E poi torna a parlare della medaglia d’oro: «Questo è una grande onore. Devo molto a Bergamo: nel 1971 comincia la mia vera grande carriera internazionale con il Don Pasquale al Festival di Salisburgo. E aver pensato al Donizetti è stato l’aspetto più incredibile: aver dato credito a un’opera sempre vilipesa. Il Don Pasquale è una figura da sempre drammatica e tragica, non si tratta di farsa. E io su questo aspetto mi sono da sempre scontrato». E dice ai ragazzi: «Ho sempre studiato molto, e studio ancora tantissimo. L’improvvisazione non funziona».

Poi aneddoti sul suo percorso professionale, con tanto di solfeggio di un brano del Don Pasquale, con i giovani musicisti di Bergamo estasiati.

E fa anche una battuta sulla Scala, anzi la annuncia: «Lo dirò in forma privata, perchè qui con YouTube poi... finisce in Rete, so che succede». E cambia tema, con nuovi ricordi e battute, continuando a insegnare l’opera ai ragazzi. Per il maestro Muti applausi e un’ovazione condivisa da tutta la platea.

La cerimonia è proseguita con il conferimento ufficiale della medaglia d’oro al centro della sala del Consiglio comunale. Poi il maestro Muti ha scritto sul libro ufficiale di Palazzo Frizzoni una frase in ricordo della cerimonia. Non è mancata la foto ricordo con i ragazzi dell’istituto Muzio che hanno partecipato all’incontro.

Tra l’altro proprio il 29 novembre ricorre il dies natalis di Gaetano Donizetti (il 219°), e la Fondazione che porta il suo nome ha programmato altri due momenti musicali dedicati al compositore bergamasco e agli spettatori più piccoli: al Teatro Sociale c’è stata una replica di «Fratellanza», una versione dell’opera buffa «Olivo e Pasquale» appositamente riscritta a misura di bambino, andata in scena per la prima volta, con notevole successo, lunedì mattina.

Alle 10,30 nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dove sono custodite le spoglie del grande musicista, si è svolta invece un’elevazione musicale con la partecipazione delle scuole e del Conservatorio.

Una giornata intensa, come ha detto in mattinata lo stesso sindaco Giorgio Gori: «Il maestro Muti riceverà la medaglia d’oro per la sua carriera e per lo straordinario contributo che il maestro ha dato al nostro Donizetti». Sarà presente anche il Presidente Mattarella: «Oltre al concerto di questa sera, sarà anche a L’Eco, in Università e in Città Alta». Niente celebrazioni particolari: «Il Presidente ha una natura molto sobria e ha chiesto che non ci siano eventi mondani. Il Capo dello Stato non è uomo di esteriorità, ma di grande sostanza, di principi e valori. E avrà il piacere di incontrare i bergamaschi sia in città bassa sia in Città Alta».

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