Il processo alla «killer dei gatti»
L’Enpa Bergamo sarà parte civile

Il giudizio incardinato al Tribunale di Lecco. Imputata una quarantenne del posto: il giudice ha disposto una perizia sulle sue condizioni di salute mentale. Si torna in aula il 16 luglio.

Accettata soltanto la sezione bergamasca dell’Enpa quale parte civile nel processo contro T. A., la quarantenne lecchese accusata dagli animalisti di avere ucciso alcuni gatti e per la quale si è aperto un processo penale davanti al giudice Martina Beggio. La donna ha problemi psichici per i quali è in cura ormai da diversi anni. E proprio sulle sue condizioni di salute punta l’avvocato difensore, Nadia Invernizzi, per ottenere la non punibilità della propria assistita. A tal proposito, il giudice Beggio ha disposto l’effettuazione di una perizia psichica affidando l’incarico al dottor Nicola Molteni di Como.

Lo psichiatra depositerà la perizia l’8 luglio, dopo di che si tornerà in aula per l’esame: la prossima udienza è fissata per il 16 luglio. Nel suo compito, il dottor Molteni sarà affiancato dai consulenti di parte. Nel frattempo l’avvocato Invernizzi depositerà la documentazione relativa alla patologia dell’imputata. L’altro giorno, intanto, il giudice ha appunto sciolto la riserva sulle richieste di costituzione di parte civile presentate dall’Enpa nazionale e dalla sezione bergamasca dello stesso ente e dal Comitato nazionale Ufficio garante diritti degli animali. Come detto,è stata accolta la sola richiesta della sezione orobica dell’Enpa, assistita dall’avvocato Sara Veri. Sezione diventata punto di riferimento per la nostra provincia dell’Ente nazionale per la protezione degli animali, dopo la chiusura della sezione lecchese avvenuta nel 2017. La stessa vicenda giudiziaria ora giunta in aula è stata originata nel luglio dello scorso anno proprio dalla denuncia presentata dalla sezione bergamasca. Ammettere anche l’ente nazionale – secondo il giudice – sarebbe stato un doppione. Per quanto riguarda l’Ufficio dei garanti degli animali, il giudice Beggio ha contestato la tardiva presentazione della documentazione necessaria ma anche la mancanza di collegamenti reali con l’episodio lecchese.

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