Il vescovo su Bergamo Tv
alle sorgenti della fede

Sabato 14 marzo, alle 20 su Bergamo Tv, terzo appuntamento delle catechesi con il vescovo Francesco.

Il terzo appuntamento delle catechesi con il vescovo Francesco, in onda ogni sabato sera alle 20 dopo il Tg su Bergamo Tv e rivedibile poi sul sito dell’emittente e su quello della diocesi, oggi fa tappa presso un pozzo di Samaria. È questo luogo di sete, di acqua e di ristoro ad allestire la scena del nostro desiderio di conversione. È un luogo evocativo e centrale nella vita dell’antico e arido oriente: il pozzo è il luogo degli incontri quotidiani, in cui ci si ritrova ad attingere l’acqua fresca e pura per cucinare, per dissetarsi, per lavare e per lavarsi… è quindi il posto che simbolicamente permette tutte le piccole e meno piccole cose necessarie per la vita quotidiana. Anche solo attraverso lo scenario, il Vangelo di quest’oggi accompagna i nostri passi di conversione come un pozzo accompagna la vita: proponendosi come l’epicentro di un rinnovamento spirituale che passa dall’ispirare le scelte più quotidiane all’illuminare quelle più delicate. In questa domenica il Vangelo si propone come quel pozzo che autorizza la vita.

La simbologia dell’acqua diventa particolarmente vivida quando ne senti la sete, quando si accentua la mancanza, come si sperimenta sulla propria pelle in alcune esperienze di missione. Così racconta il vescovo Francesco: «In tanti paesi di missione, specialmente in Africa, l’acqua rappresenta la condizione fondamentale della vita. Si vede anche materialmente: lì dove arriva l’acqua c’è vita, dove non arriva c’è il deserto, la morte. Noi siamo abituati a una disponibilità dell’acqua talmente evidente da renderci a volte degli spreconi. L’acqua è un bene preziosissimo e merita tutta l’attenzione, anche rispetto a queste sensibilità globali che abbiamo nei confronti della casa comune in cui abitiamo. Nello stesso tempo l’acqua è un segno, perché l’uomo non ha sete soltanto d’acqua».

Ecco allora l’anello di congiunzione che lega il Vangelo della Samaritana al pozzo con la missione e la nostra esperienza di fede: c’è una sete che si trasmette, non solo di acqua fresca, che percorre come un fremito la ricerca dei credenti di ogni tempo e latitudine. La samaritana, i missionari, i nostri fratelli e ciascuno di noi: tutti siamo accomunati dalla medesima sete, dalla nostra insaziabile ricerca di pozzi che non si esauriscano dopo pochi bicchieri. Di pozzo in pozzo, ci accorgiamo di aver bisogno di sorgenti, di qualcosa che non ci lasci a piedi sul più bello, di qualcosa che non si secchi per esaudire semplicemente i nostri desideri, ma che sia portatore di vita. La promessa che Gesù fa alla Samaritana, e di cui i missionari testimoniano una traccia, è che chi rinuncia a un proprio bicchiere per regalarlo diventa una sorgente: chi trova lo spiraglio per farsi carico della sete e della vita degli altri, scopre che la propria sete è già stata saziata; per sempre. E la vita che prima era preoccupata di non perdere gocce, ora zampilla con l’abbondanza di un ruscello.

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