In calo i trapianti ma aumentano i consensi
Nonostante il covid il Papa Giovanni resta attivo

La struttura bergamasca e quella torinese hanno continuato a essere operative nonostante siano diventati presidi covid.

La pandemia del coronavirus ha rallentato donazioni e trapianti di organi in Italia ma il calo è attutito dal contemporaneo aumento del tasso di consenso al prelievo (+7,8%). E' quanto si rileva dai dati del Centro nazionale trapianti, che in occasione della 23ma Giornata nazionale della donazione di domenica 19 aprile, fa il punto della situazione sull'attività della Rete durante il lockdown.

Dall'inizio dell'emergenza i donatori di organi utilizzati sono stati 127, contro i 166 dello stesso periodo dello scorso anno (27 febbraio-16 aprile). Una diminuzione del 23,5%, inevitabile data la situazione complessa delle terapie intensive che sono i luoghi in cui si può procedere all'eventuale donazione di organi dopo l'accertamento di morte. Prima della crisi sanitaria, invece, le donazioni erano aumentate considerevolmente: +13,1% dal 1 gennaio al 26 febbraio 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Più contenuto il calo dei trapianti: sono stati 362 (-16,8% rispetto alle stesse settimane del 2019), ma la Rete ha mantenuto attivi anche i centri trapianto degli ospedali più impegnati nella cura dei pazienti covid-19, da Bergamo a Torino

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