In piazza per mantenere stipendi e servizi
Sciopero dei dipendenti della Provincia

Province e Città metropolitane, che nonostante lo svuotamento di poteri previsto dalla legge Delrio del 2014 continuano a gestire circa 5.100 edifici scolastici (frequentati da 2 milioni e mezzo di studenti) e 130mila chilometri di strade, sono al “collasso”. Da qui la richiesta di risorse per consentire l’erogazione dei servizi fondamentali e tutelare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, a partire dal pagamento degli stipendi.

Una richiesta tuttora rimasta inevasa da parte del Governo. Per questo CGIL CISL UIL hanno proclamato lo sciopero di venerdì 6 ottobre: “In piazza in tutta Italia per evitare il baratro”, si legge nei manifesti sindacali. «Ancora pochi giorni e poi, senza interventi urgenti, è concreto il rischio che molti enti tra Comuni, Province e Città Metropolitane non saranno in grado di chiudere i bilanci – dicono Roberto Rossi, di FP CGIL, Mario Gatti di CISL FP e Alessandro Morbi di UIL Enti Locali di Bergamo. Negli ultimi anni la scadenza dei termini per l’approvazione dei bilanci degli enti locali, per il sistema delle autonomie, convive con il grande rebus di come conciliare la crisi finanziaria con la garanzia di servizi ai cittadini». Ormai, infatti sempre più frequentemente il sistema di Comuni e soprattutto Province e Città metropolitane non riesce a chiudere i bilanci in regola. La violazione di vincoli di bilancio, infatti, comporta per questi enti piani di rientro che colpiscono immediatamente i cittadini attraverso l’incremento della tasse e, nei fatti, una riduzione della garanzia di diritti di cittadinanza fondamentali.

«Anche nella virtuosa Bergamo – continuano i sindacalisti - la Provincia chiude il bilancio in extremis con un aiutino da 1,9 mln e qualche aggiustamento contabile che, forse, equivale a qualche taglio sui servizi, ma anche in giro per i 242 Comuni le difficoltà ci sono. Gli effetti sui tagli li vediamo tutti e li sentiamo come cittadini, come lavoratori, ma anche per le imprese. Ma colpisce in modo drammatico i dipendenti di questi enti che soffrono la decurtazione dei salari nonché la riduzione degli organici».

Queste sono le ragioni che inducono le Organizzazioni Sindacali a proporre al Governo misure che consentano di evitare le situazioni di dissesto degli enti, misure che evitino che a pagare il prezzo più grande della crisi siano i soggetti più deboli.

«Servono misure di buon senso soprattutto in una situazione per la quale la crisi finanziaria, come nel caso delle Province e Città Metropolitane, è frutto di scelte sbagliate che hanno deliberatamente impoverito questi enti. Per queste ragioni abbiamo proclamato lo sciopero dei lavoratori delle Province e delle Città Metropolitane per l’intera giornata di venerdì 6 ottobre. È giunto il momento di superare una discussione datata e di aggiornarla. Tutti contro gli “enti inutili”, ma forse ogni territorio ha le sue specificità costruite in anni di buone prassi e , come si è visto, non basta usare le forbici; occorre organizzare un sistema nuovo e che funzioni”.

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