Inchiesta Fiera, oltre 500 mila euro
sequestrati all’ex direttore

Stefano Cristini avrebbe distratto oltre 900 mila euro simulando rimborsi ed eventi pubblicitari. «Prescritte» le appropriazioni contestate prima del 2009.

Altri guai all’orizzonte per Stefano Cristini. Il conto delle presunte illecite distrazioni contestate all’ex direttore tecnico della Promoberg sale a 908.265 euro. Dalla sua disponibilità finanziaria «scende» l’equivalente di mezzo milione, 524.724 euro, da ieri mattina posto sotto sequestro su decreto del tribunale richiesto dai pm Silvia Marchina ed Emanuele Marchisio ed eseguito dalla Guardia di finanza. Cristini è accusato (in concorso) di peculato e appropriazione indebita per aver incamerato, è l’ipotesi di chi indaga, denaro dell’Ente Fiera attraverso falsi rimborsi spese intestati a ignari dipendenti: 139.500 euro tra il 2016 e il 2017.

Ma le ulteriori indagini sul fronte dei falsi rimborsi hanno portato gli inquirenti ad allargare il campo delle contestazioni: Cristini avrebbe messo mano a 304 mila euro tra il 2006 e il 2019, di cui 239 mila tra il 2009 e il 2019, al netto del triennio 2006-2009 prescritto. Il vero nuovo vero fronte dell’inchiesta però riguarda il capitolo delle presunte false fatture emesse dall’Ente Fiera, su indicazione di Cristini, a favore di società di comodo, per la pubblicità di eventi. Un’attività in realtà gonfiata o mai effettuata. Per l’accusa sarebbe stato un modo per fare uscire soldi dalla Promoberg, a favore degli amministratori (due sono indagati per concorso in peculato) delle società compiacenti che poi avrebbero restituito le somme fatturate allo stesso Cristini prelevando il denaro dai conti correnti a loro intestatati.

Il giro dei contanti

È il caso di una società individuale con sede in zona stadio, attiva nel settore pubblicità e promozione. In un decennio la società avrebbe fatturato a Promoberg prestazioni per 1,1 milioni di euro, senza beni strumentali, utilizzando una partita Iva cessata dal 1987 e risultando alla Finanza un evasore pressoché totale. Agli inquirenti l’amministratore avrebbe riferito di aver lavorato per Cristini fino al 2016, utilizzando due camion vela con manifesti pubblicitari. L’importo delle fatture lo avrebbe stabilito Cristini, la Promoberg avrebbe pagato il servizio, ma nel giro di pochi giorni il titolare della società avrebbe dovuto restituire l’intero importo della fattura prelevando l’equivalente in contanti e consegnandolo direttamente a Cristini negli uffici della Fiera, quando non c’era nessuno. Compenso: 1.800 euro. Ma poi l’attività s’interrompe anche perché «ero diventato succube di Cristini», riferisce l’imprenditore agli inquirenti.

Tra il 2010 e il 2017 l’uomo avrebbe restituito a Cristini almeno 241 mila euro, coinvolgendo anche un parente, dipendente di una ditta di distributori automatici di bevande a cui avrebbe intestato una carta prepagata e una partita Iva in realtà cessata nell’89. A fronte del suo reale lavoro dipendente, dal 2010 al 2016 il parente avrebbe emesso fatture alla Promoberg per conto di un’inesistente ditta individuale per 147 mila euro, a fronte dei quali avrebbe prelevato e restituito a Cristini oltre 110 mila euro.

Partite e hostess

Per gli inquirenti il mezzo milione distratto sarebbe solo «un parziale spaccato» delle illecite condotte di Cristini. Nel quadro s’inserirebbero anche 8.748 euro fatturati a Promoberg da una società per la promozione di eventi che in realtà avrebbero dovuto «coprire» l’acquisto dei biglietti per alcune partite dell’Atalanta a favore di famigliari e amici di Cristini (e dello stesso ex direttore); l’appropriazione indebita per 35.526 euro, equivalente del valore di 307 biglietti di spettacoli teatrali al Creberg incamerati tra il 2013 e il 2019; la vicenda dell’agenzia di moda a cui Cristini si sarebbe rivolto per ingaggiare hostess per eventi alla Fiera a prezzi nettamente superiori rispetto a quelli di altre agenzie in passato. Alla titolare dell’agenzia Cristini avrebbe donato alcuni dei biglietti delle partite dell’Atalanta. Il patrimonio liquido di Cristini (di cui ieri nonostante i tentativi non è stato possibile contattare i legali) appare «senz’altro sproporzionato» rispetto al suo reddito da lavoro dipendente, sottolineano gli inquirenti, che ne quantificano in 1,4 milioni, oltre alla casa di proprietà, la disponibilità alla fine dell’anno scorso. Il sequestro riguarderebbe per lo più prodotti finanziari ed esclude l’equivalente di circa 380 mila euro riferibili a periodi precedenti al 2009, prescritti. L’inchiesta coinvolge altre 8 persone, tra ex funzionari della Promoberg e amministratori di presunte società «cartiere», e dopo la battaglia in Cassazione sulla qualificazione giuridica dell’ipotesi di reato, sembra avviata alla chiusura.

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