Inquinamento, è allarme CO2
ma a Bergamo è in diminuzione

«Prodotti» 6,2 milioni di tonnellate l’anno. Erano più di 8 nel 2003. Industria e trasporto tra le cause.

L’allarme è stato lanciato pochi giorni fa dalla Wmo, l’organizzazione meteorologica mondiale che monitora il clima del pianeta: nel 2015 la concentrazione di anidride carbonica presente nell’atmosfera, la CO2, ha superato il record degli ultimi 800 mila anni. A impressionare gli esperti è soprattutto la netta crescita in un solo anno. In media, nel 2016, l’anidride carbonica nell’aria ha raggiunto una concentrazione di 403,3 parti per milione (ppm). Nel 2015 le ppm erano «solo» 400. Un problema mondiale, ma che i continenti, le singole nazioni, i territori e infine tutti i cittadini non devono sottovalutare, perché la CO2 è il principale gas a effetto serra di tutto quello che emettiamo con le attività umane, in primis la combustione di carbone, petrolio e gas. E cosa rischia di provocare? L’aumento esponenziale dei gas serra nell’atmosfera fa crescere la temperatura del pianeta, scioglie i ghiacciai, innalza il livello delle acque e aumenta il rischio di eventi estremi.

Le rilevazioni locali

Passando dalla dimensione globale a quella locale, grazie alle rilevazioni di Inemar (Inventario emissioni aria) sviluppato da Arpa Lombardia è possibile verificare quanto contribuiscono le singole province, anche quelle lombarde, all’emissione di anidride carbonica in atmosfera. Il sistema di monitoraggio si basa su misurazioni dirette nel caso di impianti come centrali termoelettriche, inceneritori, cementifici, e stime matematiche per i settori impossibili da controllare analiticamente come l’agricoltura o il trasporto su strada. A causa della complessità della rilevazione gli ultimi dati disponibili risalgono al 2014 e individuano tutti i responsabili dell’emissione di anidride carbonica nell’atmosfera anche in un territorio limitato come quello della provincia di Bergamo. La principale sorgente di CO2 in Bergamasca è la combustione nell’industria (31,2% del totale), seguono il trasporto su strada (25,4%), la combustione non industriale (19,4%), i processi produttivi (18,3%), il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti (3,6%). In totale vengono disperse nell’atmosfera 6.271 chilotonnellate (6,2 milioni di tonnellate) di anidride carbonica ogni anno.

Grazie alla rilevazione Inemar si può confrontare l’andamento provinciale dal 2003 al 2014 e il dato che emerge è in controtendenza rispetto alla tendenza globale. Quattordici anni fa infatti le emissioni di anidride carbonica nella Bergamasca erano maggiori rispetto all’ultima rilevazione disponibile. E non di poco: si passa dalle 8.172 chilotonnellate alle già citate 6.271.

© RIPRODUZIONE RISERVATA