«Io, ultrà da 20 anni condanno i disordini
ma non serve punire indistintamente»

Lettera alla redazione: «Da ultrà ventennale della Dea , senza essere ipocrita perché le rivalità esistono, tutti ne sono a conoscenza e rimarranno, sono a condannare quanto accaduto sabato pomeriggio al termine di Atalanta-Inter che ha evidenziato una totale mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini (prima che dei veri ultrà)».

«I soliti 4 deficienti seguiti da altri 30 pecoroni – scrive B. M. – che sovrastano i numerosi tifosi e ultrà della Dea , perché ultrà si è anche senza essere protagonisti di episodi simili nel centro della propria città. Condivido pertanto il pensiero che se non siamo pronti (come è palese ) a insultare gli interisti senza oltrepassare il limite, è giusto prevenire (e mi chiedo… chi ha permesso anche questa volta la trasferta agli ospiti ? Non credo fosse difficile prendere una decisione diversa o sbaglio?)».

«Non condivido – prosegue – il provvedimento di punire tutti indistintamente solo perché “ai piani alti” nessuno ha deciso il divieto. La chiusura della curva o dello stadio penalizza oltremodo i veri ultrà lasciando libera circolazione ai soliti imbecilli. Che i responsabili e i loro seguaci ( gente che segue il capo gruppo senza avere , nella maggior parte dei casi, un proprio pensiero ) paghino (e iniziare dai danni non sarebbe male ) siano essi “tifosi” dell’Atalanta o dell’Inter».

«Giusto anche che se a sbagliare e/o esagerare è qualcuno con la divisa si agisca in altrettanto modo ! Ah… ricordo agli addetti ai lavori che tra le altre anche la Roma dovrà giocare a Bergamo … quindi? Saranno solo le solite chiacchiere al termine di episodi simili dopo aver pensato di vedere a braccetto tifosi neroazzurri e giallorossi o dopo non essere riusciti ad organizzare al meglio il rientro dei tifosi ospiti?».

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