La Lega contro Cristina Parodi
Lo stop di Salvini: non voglio polemiche

«Non voglio polemiche su Cristina Parodi». Il vicepremier Matteo Salvini interviene dopo le polemiche scoppiate su quando dichiarato dalla «first lady» di Bergamo sulla Lega.

«Leggevo che alcuni parlamentari della Lega hanno attaccato Cristina Parodi per le parole poco carine nei miei confronti, ha detto che il successo della Lega è dovuto all’ignoranza. Ma io li chiamerò e dirò di passare sopra, lasciamo che siano gli altri a fare polemiche, noi dobbiamo pensare a lavorare, poi gli elettori ci giudicheranno». Lo ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini ai microfoni di Radio Radicale.

Nuova puntata della polemica scoppiata nella giornata di mercoledì 10 ottobre. Pare infatti che non sia piaciuta alla Lega l’analisi politica della giornalista e conduttrice tv Cristina Parodi che, nella notte tra martedì e mercoledì, ospite di Radio 2 alla trasmissione «I lunatici», interpellata sui motivi dell’ascesa del ministro dell’Interno e leader della Lega, ha così risposto: «È dovuta all’arrabbiatura della gente. Al fatto che probabilmente non è stato fatto molto di quello che era stato promesso di fare. È dovuta alla paura e anche all’ignoranza».

La Lega non l’ha presa bene. «Se Cristina Parodi è tanto delusa dalla politica italiana – sono intervenuti i lumbard in una nota - scenda in campo. E, soprattutto, lasci la Rai. Con le sue offese a Matteo Salvini, la giornalista e moglie del sindaco Pd di Bergamo, Giorgio Gori, ha utilizzato il servizio pubblico radiotelevisivo a proprio uso e consumo, facendo propaganda politica alla faccia del pluralismo informativo e ciò non è giustificabile».«Ha offeso gli elettori della Lega, con un comportamento non consono a una conduttrice del servizio pubblico».

Il caso è finito quindi sui banchi della Commissione di vigilanza Rai. «Ne chiederemo conto in Commissione di Vigilanza Rai con un’interrogazione» hanno dichiarato i parlamentari della Lega Paolo Tiramani, capogruppo in Commissione di Vigilanza, Massimiliano Capitanio, Dimitri Coin, Igor Iezzi, Giorgio Bergesio, la bergamasca Simona Pergreffi e Umberto Fusco. Il giorno dopo, giovedì 11 ottobre, è arrivato lo stop di Salvini.

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