La Lega nei paesi, il Pd partito urbano
A Salvini il voto «giovane» - Infografiche

In provincia di Bergamo il Carroccio alle Europee ha aumentato i consensi nei Comuni con pochi abitanti. Emerge una correlazione anche col reddito medio: dove è alto, sono alte anche le percentuali dei democratici.

La dimensione dei Comuni, il reddito medio degli elettori, l’età, la sicurezza percepita: sono tanti i fattori che possono influenzare il voto. È la democrazia, bellezza. Se non fosse così, i partiti sarebbero tutti uguali. E invece il «gioco», che gioco non è, vede protagonisti proprio Lega, Pd, Movimento 5 Stelle e tutti gli altri a seguire, chiamati a modellare le proposte su misura per gli elettori, spesso soprattutto per la pancia degli elettori. Ci riescono a ondate, negli ultimi anni con un’ascesa rapida e un tonfo altrettanto veloce. Citofonare Matteo Renzi.

Stavolta la scalata fulminea tocca all’altro Matteo, Salvini, che anche in provincia di Bergamo ha fatto irrompere la sua marea verde Lega dopo un anno di (tribolato) governo a braccetto con il Movimento 5 Stelle. È presto per dire se il fenomeno durerà oppure seguirà la strada del suo omonimo predecessore: la prossima legge di bilancio, con naturale braccio di ferro con l’Unione Europea, sarà il vero banco di prova. Nel frattempo Salvini, e a cascata i suoi parlamentari, via via fino ai consiglieri comunali, si godono il successo delle Europee.

Abbiamo provato a capire il successo della Lega in Bergamasca e in Italia incrociando i dati delle percentuali ottenute nei Comuni con alcuni indicatori. E se i numeri non possono certo spiegare la politica, dove la sfumature la fanno ancora da padrone, possono certo dare un’interpretazione più chiara dei risultati di pochi giorni fa.

Che la Lega sia un partito «dei paesi» non è una novità. Le valli bergamasche sono state evocate più volte nella storia del partito nella sua versione indipendentista, molto meno in questa evoluzione sovranista targata Salvini: partiti dalle «trecentomila persone pronte con i fucili in mano» di bossiana memoria, passando per primo Comune leghista d’Italia, Cene, si arriva alla marea verde che domenica scorsa ha travolto tutta la Bergamasca ad eccezione della città di Bergamo, Valnegra e Oltressenda Alta.

Non solo le valli, ma soprattutto le valli: dal 26 maggio 2019 il Comune più leghista della provincia è Valgoglio con il 72,98% dei consensi. Vicinissimo il record del 1996 quando proprio a Valgoglio il Carroccio toccò il 75% dei voti.

I dati parlano chiaro: la percentuale della Lega si alza molto nei Comuni sotto i cinquemila abitanti, scende man mano cresce il numero di residenti. Il caso limite, al ribasso, è la città di Bergamo dove Salvini ha ottenuto solo il 32,4%, sotto la media nazionale del 34%. Al contrario, il Partito democratico è più radicato nei grandi centri, dove riesce a tamponare la salita leghista.

Chi votano i giovani? È la domanda a cui ogni leader vorrebbe trovare una risposta. Invece non è così semplice catalogare l’ambita fetta della popolazione. Dai dati della provincia di Bergamo emerge una correlazione, a dire il vero non così marcata, tra il voto leghista e i Comuni con l’età media più bassa. Mentre è più netta l’inclinazione del voto al Partito democratico nei paesi con l’età media più alta. A questo dato però va aggiunta la variabile dell’astensione, che nel caso delle fasce più giovani può essere determinante. A livello italiano negli ultimi giorni sono state realizzate molte analisi che fotografano uno spaccato piuttosto chiaro: l’elettorato giovane - come dimostrano i dati pubblicati da Davide Mancino per Infodata del Sole 24 Ore - pende in qualche misura verso il Movimento 5 Stelle, ma solo a Sud.

Secondo il monitoraggio svolto da Ixé per l’Huffington Post invece la Lega è stata premiata dai 45-54enni, il 45% dei quali votano, mentre è più debole tra i più anziani e i più giovani, come si può vedere nella tabella in questa pagina. Il traino delle regioni del Sud porta il Movimento 5 Stelle a risalire oltre il 20% tra i 25-34enni fino al 32% tra i 35-44enni, fascia dove secondo questa analisi si concentrerebbero i sostenitori dell’attuale maggioranza di governo (litigate comprese).

Un’altra correlazione molto chiara emerge tra le percentuali di voto e il reddito medio dei Comuni. Anche in provincia di Bergamo, nei paesi ove il reddito pro capite è più basso cresce il consenso di Matteo Salvini. Al contrario il Pd, che almeno in questa tornata elettorale ha assunto la forma di un partito «urbano», cresce con l’aumento del reddito medio.

Un paio di esempi: a Ornica, in alta Valle Brembana, la Lega ha ottenuto il 71,2% dei voti e il reddito medio è di 14.375 euro. A Mozzo, dove il reddito medio arriva a 29 mila 459 euro, il Pd invece è riuscito a strappare un 27,5%, ben al di sopra di molti altri paesi. E la stessa città di Bergamo è la dimostrazione di questa correlazione. Che va osservata e non semplificata all’estremo, perché anche in Bergamasca la Lega ha dimostrato di attrarre anche molti elettori con un elevato titolo di studio e benestanti.

In questa infografica si evidenza l’innalzamento del consenso leghista nei paesi con il reddito medio più basso. Esattamente il contrario del Pd.

In generale, anche in Bergamasca, la Lega è riuscita a calamitare l’attenzione degli elettori che devono fare i conti con difficoltà economiche. Vale nelle periferie delle città, come nelle periferie delle province. E la promessa di una decisa riforma fiscale, con l’introduzione della Flat Tax, potrebbe dare un ulteriore slancio anche tra i ceti ritenuti meno popolari.

La seconda ragione si potrebbe definire «identitaria», cioè la necessità di chiusura in difesa del proprio benessere, dello status quo. Lo spiega sul Sole 24 Ore Roberto Biorcio, docente di sociologia e ricerca sociale all’Università Bicocca di Milano, esaminando proprio i dati della provincia di Bergamo: «Può sembrare paradossale, ma proprio in regioni ricche e con pochi migranti si tende a chiedere più chiusura - spiega Biorcio -. Nel Nord conta l’aspetto di difesa del proprio benessere». Nonostante l’anno di governo, la Lega è riuscita a rimanere un partito di lotta. Con il passare dei mesi però dovrà dare risposte sempre più convincenti ai cittadini che hanno scelto di darle fiducia.

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