Giovedì Santo, il vescovo in ospedale
«Eucaristia è amore, dono autentico»

Il vescovo di Bergamo, Francesco Beschi: «Abbiamo bisogno di un amore che non è solo servizio ma diventa dono autentico». La celebrazione dalla chiesa dell’ospedale Papa Giovanni XXIII.

«Se la celebrazione di questo Giovedì Santo riesce a toccarvi il cuore fate della vostra casa la Chiesa di oggi. Nel Giovedì Santo Eucaristia è amore, non sono in alternativa dove c’è il gesto più grande d’amore. Abbiamo bisogno di un amore che non è solo servizio ma diventa dono autentico». È questo il messaggio del vescovo di Bergamo, Francesco Beschi, nel Giovedì Santo. Il vescovo ha celebrato dalla chiesa dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, insieme ai sacerdoti di Città Alta e ai frati dell’ospedale.

Il vescovo ha voluto ricordare i sacerdoti della diocesi con cui di solito vive il Giovedì Santo e ha ringraziato ancora una volta l’ospedale Papa Giovanni XXIII e tutti gli ospedali che hanno accolto i malati, le residenze in cui sono ospitati gli anziani, le case nella nostra città e nei paesi che «oggi sono il Cenacolo in cui Gesù spezza il pane dell’amore».

Con questa sera e fino a domenica sarà possibile seguire sul nostro sito e su Bergamo Tv le celebrazioni di Pasqua insieme al vescovo Francesco Beschi. Saranno la televisione e Internet a unirci nella preghiera.

Una separazione «fisica» che allarga gli orizzonti e unisce i cuori. Gli appuntamenti delle celebrazioni con il Vescovo, in diretta su Bergamo Tv e il nostro sito web, saranno il Giovedì Santo alle 21, il Venerdì Santo alle 16.30. Il ricordo dell’Ultima Cena, della Lavanda dei piedi, della Passione e della Morte in croce di Gesù li vivremo simbolicamente dal cuore del dolore, dall’Ospedale Papa Giovanni. Come se fossimo sul calvario.

Il Sabato Santo alle 21 e la domenica di Risurrezione alle 10.30, la Veglia pasquale e la celebrazione della Risurrezione saranno dalla Cattedrale, dal cuore della speranza, come per risalire al giardino di Pasqua e vivere il passaggio della Risurrezione che ci auguriamo essere di ciascuno.

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