Moro, ai Gasherbrum
omaggio a Messner

A metà dicembre partirà assieme a Tamara Lunger per tentare il concatenamento di GI e GII. «La traversata con Kammerlander rappresentò una svolta». Uno studio scientifico per monitorare l’ipossia.

«Simone Moro raccoglie il testimone di un certo modo di scalare che non è sport, è un’altra cosa. È una filosofia, sono valori, è un pensare a tutto, non solo al risultato». Così, nel 2011, all’indomani della storica invernale al Gasherbrum II, Reinhold Messner aveva reso omaggio all’alpinista bergamasco. Una vera e propria consacrazione che Moro custodisce gelosamente (l’ha citata anche in uno dei suoi libri) e che lo ha proiettato, assieme alle sue tante imprese, nell’alpinismo con l’A maiuscola.

Così anche la spedizione, annunciata nei giorni scorsi assieme alla ormai collaudata compagna Tamara Lunger, va a inserirsi a pieno titolo in questa blasonata cornice, ma soprattutto suona con un omaggio ricambiato. Già perché il prossimo tentativo di invernale dell’affiatatissima coppia (per Moro siamo alla spedizione numero sedici nella stagione più fredda) sarà nella stessa zona del Karakorum, con un tentativo di concatenamento tra Gasherbrum I (quota 8.068) e Gasherbrum II (quota 8.035) che ricalcherà in qualche misura proprio la grande traversata portata a termine 35 anni fa da Messner assieme ad Hans Kammerlander.

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