Motorizzazione, soldi per passare l’esame
Patenti facili, chiesti nove anni

Nove anni e sette mesi la condanna invocata dal pm Fabrizio Gaverini per il funzionario della Motorizzazione accusato di corruzione, concussione, truffa ai danni dello Stato e falso.

Chiusa l’istruttoria dibattimentale, mercoledì davanti al Collegio presieduto dal giudice Bianca Maria Bianchi, il pm ha ripercorso le indagini e le testimonianze rese in aula, per giungere alla richiesta di pena.

Nel dettaglio, per le presunte richieste di soldi o favori fatte ai titolari di alcune autoscuole (per promuovere gli studenti all’esame per la patente), sono stati chiesti otto anni. A cui si aggiunge un anno e mezzo, e 600 euro di muta, per due presunte finte malattie e perché l’imputato, secondo le contestazioni, avrebbe prodotto un documento falso per fornire una patente.

Il 16 maggio la parola passerà all’avvocato Claudio Cenacchi, del foro di Bologna, per l’arringa difensiva. E non si esclude che in quella stessa data si vada anche a sentenza. Le indagini partono nell’estate del 2016, in seguito all’esposto presentato da un titolare di autoscuola. Secondo l’accusa, l’indagato, che si trova ai domiciliari, chiedeva favori o soldi per «far andare nel verso giusto» gli esami delle patenti.

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