Nuova rotta, Campagnola all’attacco
«Noi saremo ancor più penalizzati»

La nuova rotta di decollo proposta dal sindaco Giorgio Gori nei giorni scorsi accontenta Colognola, che si vede ridurre l’impatto, ma scontenta altri cittadini, ad esempio quelli di Campagnola.

Il comitato ha deciso di schierarsi nettamente contro la nuova ipotesi, come si può leggere nella lettera inviata dal portavoce Gianluigi Mologni.

Innanzitutto il quartiere di Bergamo più esposto al rumore è Campagnola, come dimostrano inoppugnabilmente i dati delle centraline gestite da SACBO. L’ultimo dato disponibile (febbraio 2016) dà 61,5 Lva per via Quasimodo a Campagnola e 59,8 in via Linneo. Considerato che il dato è logaritmico (ogni 3 Lva si raddoppia, significa che a Campagnola c’è oltre il 50% di rumore in più che a Colognola. Oltretutto il dato della centralina di Campagnola è più basso di quello reale, perché non tiene conto del rumore dei movimenti a terra (rullaggi etc. che specialmente di notte pesano tantissimo).

Eppure il Sindaco di Bergamo sembra essersi dimenticato del quartiere di Campagnola.

Infatti con le nuove rotte molti aerei vanno dritti ancor più sopra il nostro quartiere. Ma anche sopra San Tomaso, il Villaggio degli Sposi, Treviolo etc. Ma la cosa più assurda è che ci saranno molti più aerei che passeranno sopra l’Ospedale Nuovo. E questo crediamo che sia moralmente inaccettabile.

L’altra bella trovata è quella di buttare altro traffico ad est, su chi già sta molto peggio di noi. Sempre dai dati delle centraline Cassinone ha 68,2 Lva (cioè il quadruplo del rumore di Colognola). Non è perché sono di meno che dobbiamo ucciderli tutti, non crede?

Oltretutto invertire i flussi di decollo facendo atterrare alcuni aerei da ovest, potrebbe ridurre un poco il rumore (sempre sullo stesso Quartiere), ma creerebbe gravissimi problemi di sicurezza (gli aerei rasentano le case) oltre che creare problemi ad altri comuni più lontani che oggi non sono coinvolti (Ponte S. Pietro, Presezzo etc.)

Per finire ci viene in mente l’enfasi con cui la politica (e la stampa) aveva presentato le attuali rotte come capaci “di ridurre il disagio per diecimila persone”. Oggi si propone di fare il contrario (e queste diecimila persone dove sono andate a finire)? Sempre con la stessa enfasi, ovvio.

Il problema vero è che questi piccoli escamotage servono solo a nascondere la vera questione, che questo aeroporto è cresciuto troppo in mezzo alla città, e che l’unica soluzione se si vuole renderlo davvero compatibile con l’ambiente circostante (che ormai coinvolge più di centomila persone) è quello di fermarne la crescita e applicare tutti i limiti di sviluppo e le prescrizioni previste dal Decreto Autorizzativo dell’attività dell’aeroporto, che sono in gran parte inattuati dal 2003. Altro che parlare di un nuovo piano di sviluppo da centomila voli.

Con buona pace di chi crede di risolvere il problema di casa propria…buttandolo sugli altri (e di chi gli dà ragione)

Cordialmente

Gianluigi Mologni

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