Omicidio di Colognola, un anno di mistero
Dal Dna alla borsa: tutte le piste seguite

«In questo momento la signora non è in casa, mi spiace». Una voce cortese ma ferma risponde al citofono del palazzo al civico 11 di via Keplero dove, esattamente un anno fa come questa sera alle 20,30, veniva uccisa da una mano tuttora sconosciuta la manager di 48 anni Daniela Roveri.

Un delitto ancora avvolto nel mistero: a distanza di un anno, tutte le piste battute dagli inquirenti non hanno portato a nulla. E ora che il clima gelido è lo stesso del 20 dicembre dell’anno scorso, mette i brividi pensare che qualcuno possa aver ammazzato una donna nell’androne del palazzo dove viveva con la mamma, per poi poterla fare franca: quella sera il killer aveva sorpreso la Roveri alle spalle, davanti all’ascensore, e l’aveva sgozzata afferrandola da dietro. Dopodiché era sparito nello stesso nulla dal quale era comparso. Nessun testimone, nessuna telecamera che lo abbia ripreso, nessun elemento che potesse condurre poi a lui durante le indagini affidate alla Squadra mobile della questura.

Vicini di casa, ambiente di lavoro, palestra: tutte le realtà con le quali la manager – vita molto riservata – aveva a che fare sono state ribaltate. E non è uscito nulla. Tanto che si è anche ipotizzato che a ucciderla possa essere stato un perfetto sconosciuto: ma a quale scopo? Una rapina? Sembra strano. Nelle settimane successive al delitto la polizia aveva effettuato oltre 400 prelievi di campioni di materiale genetico ad altrettante persone – tra vicini di casa, colleghi di lavoro e della palestra, conoscenti e amici – per confrontarlo con il Dna parziale trovato su una guancia e un dito di Daniela Roveri e probabilmente appartenente al killer.

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