Orobie, rifugi pronti a ripartire insieme
Ecco le regole: apertura il 13 giugno

Riviste le norme della Regione. Paolo Valoti (Cai): apriamo il 13 giugno, adesso i preparativi per accogliere in sicurezza. Attesa una stagione boom.

Entrano in vigore lunedì 1 giugno le nuove linee guida stabilite da Regione Lombardia, meno rigide rispetto alle precedenti. E, presumibilmente dal prossimo 13 giugno, ci sarà la riapertura generale: i 30 rifugi orobici (Cai e privati) si preparano così ad accogliere gli escursionisti – tra prescrizioni e norme di sicurezza sanitaria - nell’era del Covid, con la consapevolezza, però, che potrebbe essere una grande stagione. Meteo permettendo. Perché la montagna offre quei grandi spazi di distanziamento sociale, di libertà di movimento non sempre presenti in ambiente urbanizzato.

A oggi, sulle nostre Orobie, pochi i rifugi aperti, in alcuni casi con solo servizio di ristorazione all’aperto. Perché le regole erano rigide: no alla possibilità di ristorazione d’asporto, obbligo di mascherina anche durante il sonno, nelle camerate. «Difficile con quelle restrizioni garantire un servizio – spiega il presidente del Cai di Bergamo Paolo Valoti -. Le nuove linee guida sono invece di buon senso, tengono conto del carattere specifico dei rifugi, strutture dagli spazi contenuti ma anche di socialità. Si salvaguardia così le loro caratteristiche. Fondamentali saranno le prescrizioni sanitarie ma soprattutto il comportamento prudente e responsabile degli escursionisti». Decise le linee guida, mercoledì prossimo ci sarà un incontro tra tutti i rifugisti, Cai e non, al Palamonti di Bergamo (in palestra per garantire il distanziamento).

«Sarà l’occasione per approfondire le modalità di apertura e l’agenda - continua Valoti –.  L’idea è di partire tutti insieme il weekend del 13 giugno, anche per dare un segnale di coordinamento e condivisione. Questa potrà essere una grande stagione, un’opportunità per il professionista che lavora nei rifugi. Abbiamo vissuto mesi di astinenza da aria aperta e crediamo che la gente abbia bisogno di uscire, di libertà, spazi che la montagna può ampiamente offrire».

«L’emergenza sanitaria – continua Valoti – ha consentito di rafforzare il lavoro di squadra tra i rifugisti, un vero e proprio legame tra le sentinelle della montagna». Pochi, per ora, i rifugi aperti, ma molti si stanno preparando per l’avvio. Con le nuove regole note da sabato. «Nella nuova ordinanza di Regione Lombardia, firmata dal presidente Fontana, abbiamo inserito le misure precauzionali da assumere da parte dei proprietari di rifugi lombardi e dei loro fruitori. Abbiamo voluto recepire tutte le osservazioni assolutamente di buonsenso avanzate da Assorifugi e Cai Lombardia, per andare incontro alle esigenze di queste strutture e permetterne una fruizione in totale sicurezza», dice Massimo Sertori, assessore regionale con delega a Enti locali, montagna e piccoli comuni. Tra le norme la necessità di un’informazione adeguata anche in lingua straniera, quindi, la possibilità di un accesso regolamentato, l’uso il più possibile di spazi esterni per tavole e panche, cartellonistica che richiami le norme igieniche e di sicurezza.

Si va dai dispenser per disinfettare le mani alla distanza da mantenere di almeno un metro, l’uso delle tovagliette monouso o di tovaglie che dovranno essere cambiate a ogni utilizzo e opportunamente sottoposte a pulizia e disinfezione; sarà inoltre obbligatorio procedere alla disinfezione del tavolo e delle sedute prima del riutilizzo dei posti. Ove possibile, nelle aree esterne, dovrà essere prevista una zona dedicata al pranzo al sacco, ad accesso limitato. E sarà opportuno, sempre dove possibile, provvedere alla copertura esterna con gazebi, tende, pensiline, limitando così l’eccessiva pressione all’entrata del rifugio.

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