Palermo, tre i turisti bergamaschi positivi
Tutta la comitiva in quarantena in hotel

Hanno contratto il virus una donna di 61 anni di un paese della Val Seriana, il marito di lei e un altro componente della comitiva che da cinque giorni si trova in Sicilia.

Quattro giorni dopo il primo caso italiano di coronavirus, Palermo cominciava a scommettere sulla propria invulnerabilità: sembrava che nel Paese ci fosse una sorta di linea Maginot a protezione del Sud e ancor più dell’Isola che vive un febbraio assolato e primaverile. Ma a notte fonda il capoluogo siciliano ha scoperto che una turista bergamasca risultava positiva al virus e alcune ore dopo è arrivata la conferma della positività del marito e di un’altra delle 28 persone (tutte sottoposte a controllo medico) che fanno parte di un gruppo di turisti ospiti da sei giorni all’Hotel Mercure, nel centro cittadino.

La donna, 61 anni, della Val Seriana, si è rivolta lunedì mattina alla guardia medica dopo aver accusato una febbricola che non passava con la somministrazione di antipiretici come il paracetamolo. È così scattata la procedura di controllo e l’analisi del tampone faringeo, effettuata all’Istituto d’igiene del Policlinico di Palermo, ha dato esito positivo. Gli stessi laboratori hanno esaminato gli altri due casi. Il materiale biologico è stato spedito all’Istituto superiore di sanità, non per una vera e propria conferma, ma per la caratterizzazione molecolare dei microrganismi. La paziente è stata subito ricoverata al reparto di Infettivologia dell’ospedale «Vincenzo Cervello» di Palermo, dove nel pomeriggio sono state portate le altre due persone colpite dal coronavirus.

Palermo è la ventesima provincia italiana dove si riscontrano casi della malattia e qui la situazione sembra complicata dai numerosi luoghi visitati dal gruppo di turisti che include i tre – partiti dalla Bergamasca prima che si verificasse l’emergenza in Lombardia – nei cinque giorni di permanenza: bar, ristoranti, siti monumentali, musei. Per il momento la città non sembra reagire in maniera scomposta, a parte l’incetta di cibo (ma il fenomeno si registra già da qualche giorno) nei supermercati e la corsa all’acquisto di mascherine e disinfettanti. Una falsa notizia che circolava su whatsapp – inviata da una sedicente infermiera – e che dava come «incontrollabile» la situazione all’ospedale «Cervello», è stata segnalata alla polizia postale dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che nel pomeriggio ha visitato il reparto di Infettivologia dell’ospedale assicurando che tutto è sotto controllo. Resta in quarantena, nelle camere dell’albergo, il gruppo di turisti bergamaschi e le persone che hanno avuto contatti con loro, a cominciare dal personale.

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