Parigi, fine dell’incubo per gli studenti
A casa i ragazzi del Lussana - Foto e video

Gli studenti della 5a B del Liceo Lussana di Bergamo sono arrivati a Orio poco prima delle 23 di sabato 14 novembre con il volo Ryanair FR4236 da Beauvais.

Sacbo, società di gestione dell’aeroporto, «ha predisposto servizi di accoglienza per i passeggeri e i loro familiari – si legge in una nota –. Inoltre, sono stati implementati i servizi di supervisione e assistenza, anche grazie alla collaborazione delle cliniche Humanitas Gavazzeni che ha rinforzato il proprio presidio sanitario in aeroporto con la presenza di personale specializzato in supporto psicologico».

Sui pennoni dell’aerostazione sono state poste le bandiere a mezz’asta, «in segno di solidarietà per le vittime dei fatti terroristici di Parigi».

I ragazzi erano in gita a Parigi con la professoressa Annalisa Cagnoli Cassader e il professor Giovanni Rota Sperti. Il panico vissuto nelle strade di Parigi ha investito i ragazzi bergamaschi che solo per pochi minuti sono scampati alla sparatoria all’esterno di un ristorante tra Rue de Charonne e Boulevard Voltaire. La 5ª B del Lussana era infatti a cena in un altro locale in piazza della Bastille poco distante dal luogo dell’attacco con i Kalashnikov. «Dopo la cena con i ragazzi - ha raccontato nelle scorse ore l’insegnante - siamo scesi in metropolitana. Pochi minuti dopo, un assalitore ha sparato da un’auto diverse raffiche contro i tavolini all’esterno di un ristorante vicino a noi».

Una volta saliti sulla linea 5, alla fermata successiva Richard-Lenoir, nel metrò è entrata la ragazza francese disperata: «Era coperta da schizzi di sangue di persone colpite dagli attentatori - ha raccontato sempre la professoressa - nella sala concerti Bataclan. Lei, sui 25 anni, non era ferita, ma piangeva e aveva l’orrore negli occhi». «Poi è arrivata una seconda donna - ha aggiunto lo studente Tommaso Aresi -. Era italiana, anche lei sui 25 anni. Ha detto che sparavano ovunque e che aveva sentito il rumore delle esplosioni. Allora ci siamo resi conto che era successo qualcosa di grave e siamo andati subito in albergo nel nono arrondissement».

I ragazzi si sono asserragliati nelle camere, gli albergatori hanno infatti vietato a tutti di uscire: «Abbiamo acceso la televisione e lì abbiamo cominciato a renderci conto di quello che stava succedendo - ha raccontato ancora Aresi -. Già in metrò qualche messaggio era arrivato dagli altoparlanti. Noi stiamo bene. È una cosa che non potevamo immaginare, terribile».

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