Partito per la City solo con la chitarra, oggi ha una scuola con 70 iscritti

La musica nel sangue, una vocazione per l’insegnamento e tanta voglia di mettersi in gioco. È nata così la vita di Mauro Vergani a Londra. Trentasei anni, originario di Presezzo, Mauro ha aperto una scuola di musica nella capitale britannica, la Junior School music, e insegna in una scuola primaria Montessori. Ha trovato nella multietnicità che si respira in ogni angolo della metropoli londinese la propria fonte d’ispirazione e realizzazione. L’ha fatto completamente solo, partendo dall’Italia con un biglietto di sola andata e soldi a sufficienza per pagarsi un paio di mesi di affitto, senza alcun lavoro e nessun appoggio. «Nessuno ci credeva – racconta –. Gli amici mi dicevano che sarei tornato dopo poco». E invece da quell’agosto del 2011 sono ormai passati oltre 10 anni. «Ho sempre subito il fascino della cultura anglosassone . Era come se a Bergamo mi mancasse l’aria, l’ispirazione. L’ambiente musicale era statico e io invece avevo voglia di mettermi in gioco e confrontarmi con nuove realtà per crescere professionalmente».

Quando Mauro è arrivato a Londra, ha affittato un piccolo appartamento a Holland Park e inviato il proprio curriculum a diverse agenzie di scuole musicali. «In Inghilterra chi ha bisogno di lezioni si rivolge a queste agenzie – continua Mauro, che insegna a suonare sia la chitarra elettrica che quella acustica –. Loro ti mandano a casa dell’allievo e ti pagano la commissione. Ho iniziato con due/tre ore a settimana e sono diventate sempre di più. Vedendo che gli stessi allievi continuavano a prendere lezioni anche dopo sette mesi, mi hanno dato sempre maggiore fiducia. Giravo tutta Londra. Ho incontrato persone di ogni etnia. Insegnavo a bambini, banchieri e anche a persone famose››. Come l’attrice Nina Young, che ha avuto una parte in ‹‹Harry Potter e la pietra filosofale», il modello Tenzing Abrahams e il calciatore del West Ham, ex centrocampista della Fiorentina, Carlos Sanchez. Ma anche scrittori e top manager di banche. «So che può sembrare una cosa particolare, ma in realtà a Londra è normale. Qui ognuno fa la sua carriera. Con tutti c’è sempre stato un senso di rispetto professionale reciproco, anzi, spesso sono loro a entusiasmarsi di avere a che fare con un italiano che insegna musica. Mi chiedono di me, dove ho suonato, si crea un rapporto ed è capitato che m’invitassero anche a qualche evento». Perché nulla è strano nella metropoli inglese, nemmeno suonare a un tea afternoon party privato e trovarsi tra gli ospiti la bella Pippa Middleton, sorella di Kate, futura regina d’Inghilterra.

Quando è arrivato Mauro non conosceva la lingua, ma ha fatto della sua passione per la musica un mezzo per comunicare senza parlare, utilizzando un metodo d’insegnamento basato sull’empatia. Che ha funzionato. E dopo due anni ha aperto una propria agenzia di lezioni private. Si è trasferito a Fulham Broadway e dopo poco ha iniziato a insegnare musica in una scuola primaria montessoriana di River House, dove lavora ormai da quattro anni. «Un’esperienza bellissima – aggiunge Mauro, discreto, gentile e appassionato del proprio lavoro –. Non è stato facile perché fino ad allora avevo sempre insegnato a singoli allievi. Oltre alla conoscenza della musica, servono capacità di controllo della classe e un’ottima padronanza della lingua». Ma ancora non gli bastava e nel 2016 ha aperto una sua scuola di musica, la «Junior music school», per bambini da 3 a 12 anni, di cui è il direttore. Una scuola in cui s’insegnano a suonare tutti gli strumenti musicali e che conta circa 70 iscritti.

«L’obiettivo della mia scuola è soprattutto quello di trasmettere la passione per la musica – racconta –. Puntiamo sul divertimento in modo che per i più piccoli fare musica diventi qualcosa di naturale. Sono infatti convinto che non s’impari partendo dalle note musicali, ma sentendo la musica e riproducendola». Un metodo d’insegnamento che Mauro racconterà nel libro che già sta scrivendo. «Se mi guardo alle spalle, non posso che essere soddisfatto. Questa londinese è un’esperienza che consiglierei a tutti, anche se all’inizio è stata dura. Non avevo nessuno amico, nessuno con cui confrontarmi, con cui parlare o festeggiare i miei successi. Ho aperto la mia scuola e non ho brindato con nessuno; tornavo a Presezzo dalla mia famiglia per Natale, da mamma Teresa, papà Bruno, mia sorella Anna e mio nipote Lorenzo, e stavamo tutti insieme, ma quando ero qui a Londra ero solo. Era molto triste, eppure in nessun momento ho pensato di tornare in Italia. La forza per andare avanti me l’ha data questa città. La sua frenesia, il movimento di tutte queste persone mi hanno sempre sostenuto». E poi l’amore per Rubaba, che Mauro ha sposato nel 2019. Lei è originaria del Bangladesh, ha 36 anni, lavora in ambito finanziario e vive a Londra da quando aveva 16 anni. «Eravamo in coda allo stesso caffè e abbiamo iniziato a parlare. Dopo due anni ci siamo sposati: prima a Londra, poi sul lago di Como e infine in Bangladesh».

Mauro e Rubaba ora vivono nel quartiere di London Bridge e continuano a guardare al futuro, che parla ancora una volta inglese: «La multiculturalità di Londra mi aiuta ogni giorno a riscoprire me stesso facendomi sentire molto più italiano di quanto pensassi – conclude Mauro che nel frattempo non hai smesso di fare lezioni private nelle case –. Ogni giorno, nella diversità, prendo maggiore coscienza di me stesso e sento di non essermi ancora realizzato completamente. Sto già pensando a nuovi progetti. Tra questi, la riapertura, a breve, della mia seconda scuola di musica, che avevo già avviato sei mesi prima che scoppiasse il Covid e che quindi avevo preferito chiudere subito. Ma Londra è una città in movimento e bisogna sempre restare al passo».

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