Pedemontana, banche in campo
Maroni: «Non fallirà, l’opera si farà».

Il Tribunale di Milano deciderà la prossima settimana sulla richiesta di fallimento presentata mesi fa dalla Procura.

Un gruppo di banche, capeggiate da Banca Intesa, ha manifestato l'intenzione di trasformare il «prestito ponte», inizialmente concesso alla società Pedemontana e con scadenza a gennaio 2018, in un mutuo del valore di circa 200 milioni di euro, con scadenza nel 2034.Da quanto si è appreso, in questo modo la società, incaricata di realizzare il collegamento autostradale tra le province di Varese e Bergamo, potrebbe avrebbe le risorse necessarie per completare il progetto.

È quanto è emerso lunedì 4 dicembre nell'udienza, davanti al giudice relatore della sezione fallimentare del Tribunale di Milano Guido Macripò, che ha preso atto della bozza di accordo stilata dalla società con le banche e si è riservato la decisione (attesa per la prossima settimana) sulla richiesta di fallimento presentata mesi fa dalla Procura. A corredo della bozza, i legali della Pedemontana hanno presentato anche una «lettera di patronage» firmata dal governatore lombardo Roberto Maroni. I pm Paolo Filippini e Giovanni Polizzi hanno preso atto dei nuovi documenti presentati dai legali della società, ma non hanno revocato la richiesta di fallimento avanzata nelle scorse settimane. Nell'udienza è stata discussa anche la perizia sui conti della società firmata dal commercialista nominato dal tribunale, Ignazio Arcuri. Perizia in cui si scriveva che «la società è in stato di insolvenza», in relazione alle risorse a sua disposizione fino al gennaio 2018. Per completare i 68 chilometri di collegamento tra le province di Bergamo e Varese della Pedemontana (finora è stato costruito solo un terzo dell'intera opera) sarebbero necessari, secondo i calcoli dei pm, 5 miliardi di euro. Costi che, secondo la Procura, la società non sarebbe in grado di fronteggiare.

«Penso che non appena nei prossimi giorni l’ultima banca avrà deliberato, la vicenda si chiuderà in modo positivo, verrà cioè respinta la richiesta di fallimento» commenta Maroni che continua a considerare «incredibile» la procedura di fallimento per la società che deve realizzare la nuova autostrada. «Io mantengo il principio che mi disse Antonio Di Pietro quando era presidente della Pedemontana. Che costa di più non farla che farla. Quindi, il prossimo passaggio sarà la decisione del Tribunale, quello successivo la firma da parte del Ministero del secondo atto aggiuntivo, che chiedo inutilmente da un anno, che permetterebbe a Pedemontana di concludere le opere. Insisterò con Gentiloni e Padoan, perché entro Natale venga messa questa firma che blocca i lavori».

Critico Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia: «Non basterà la trasformazione del prestito ponte di 200 milioni in un mutuo per togliere le castagne dal fuoco alla Pedemontana. La regione dovrà mettere mano al portafoglio per la ricapitalizzione della concessionaria, finora sempre respinta dal mercato finanziario, rendendo così palese che l’autostrada verrà pagata dai Lombardi con l’addizionale regionale dopo aver consumato inutilmente 1,2 milioni di euro di contributi statali. La dimostrazione plastica del fallimento del Project Financing».

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