Pedofilia on line, sette arresti
Tra loro un 50enne bergamasco

Un 50enne bergamasco è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta per pedofilia. Sarebbe un esponente di spicco della comunità di pedofili on line per cui sono stati arrestate sette persone in tutta Italia.

L’indagine è stata condotta dagli esperti della Polizia postale, coordinata dalla Dda di Roma e sopportata dal European Cybercrime Center di Europol. Per i sette arrestati è stata disposta la custodia cautelare in carcere. L’inchiesta della Polizia ha accertato che i membri dell’organizzazione operavano attraverso le reti darknet, la parte nascosta di internet, nella quale scambiavano e veicolano il materiale pedopornografico. Nel corso delle indagini c’è stata una cooperazione costante con l’Fbi e con la polizia australiana del Queensland: quest’ultima, nel 2014, ha arrestato un noto pedofilo australiano, Shannon McCoole, e i suoi due vice, un olandese e un danese, ai quali il gruppo italiano faceva direttamente capo.

L’indagine della Polizia postale ha consentito di fornire ad Europol diverse tracce per identificare alcune decine di minori vittime di abuso sessuale e di adescamento.

«Associazioni eccezionalmente pericolose per la indeterminatezza del piano suscettibile di determinare una reiterazione dei reati praticamente infinita non certo prevista e nemmeno prevedibile nelle singole fattispecie». Lo scrive, a proposito dei pedofili online, il gip di Roma Simonetta D’Alessandro nell’ordinanza di custodia cautelare sfociata nell’emissione di sette ordinanze di custodia cautelare nei confronti di presunti appartenenti ad una comunità internazionale di pedofili, uno dei quali militare Usa già di stanza a Verona.

Ed è la prima volta, in Italia che l’associazione per delinquere viene contestata anche ad una comunità virtuale di pedofili. Nell’accogliere le richieste del procuratore aggiunto Michele Prestipino e dei pm Eugenio Albamonte e Barbara Sargenti, il gip D’Alessandro, nelle circa 200 pagine del provvedimento, parla di «circa cinquemila immagini e video disponibili oggetto di upload e download» precisando «che la porzione italiana è parte di una struttura internazionale di imprevedibili dimensioni che evoca l’utilizzo di reti segrete Tor, indirizzi segreti fatti di sedici caratteri alfanumerici onion link visibili nella pagina Tlz (The Love Zone) ma che portano ad hosting collocati in Paesi che non consentono cooperazione giudiziaria”.

Dalle pagine dell’inchiesta emerge come l’anonimato fosse la condizione indispensabile per la «diffusione di pratiche di pedofilia e la condivisione di notizie utili all’adescamento di minori e allo scambio detenzione e diffusione di materiale pedo-pornografico ed i consigli utili per porre in essere le attività illecite menzionate e nella piena consapevolezza dei fini illeciti dell’organizzazione e allo scopo di commettere più atti di pedofilia».

Esponente di spicco in Italia della presunta organizzazione è ritenuto un 50enne bergamasco. Per la procura di Roma è l’organizzatore ed il promotore dell’associazione per i “connessi poteri di decisione e controllo all’interno dell’associazione».

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