Pensionati bergamaschi più anziani:
equilibrio difficile tra reddito e costi Rsa

All’interno delle politiche di welfare, i servizi residenziali per gli anziani, nel contesto attuale, evidenziano problematiche rilevanti sia per gli aspetti indotti dalla crescente domanda dovuta all’invecchiamento delle persone, sia per gli elevati costi dell’offerta.

Lo stato delle politiche residenziali è infatti vincolato a un difficile equilibrio tra il potere di acquisto dei redditi dei pensionati e il costo di accesso alle strutture.

«Serve un’unione di sforzi per allestire un nuovo sistema di presa in carico della persona non autosufficiente. E un incremento delle risorse in ambito regionale . Perché le conseguenze del progressivo invecchiamento della popolazione stanno innescando problemi che richiederanno soluzioni complesse». Così la segreteria Lombarda di FNP CISL, che ha elaborato un rapporto sulle residenze sanitarie assistenziali. I risultati della ricerca evidenziano che, a livello nazionale, i posti letto residenziali e semiresidenziali sono circa 240mila, quando già nel 2007 si stimava un fabbisogno di 496mila posti. E non va meglio per l’assistenza domiciliare integrata (ADI) che viene assicurata a circa 527mila anziani, di fronte a un fabbisogno rilevato di 870mila assistiti.

Secondo l’Osservatorio regionale FNP, i servizi residenziali per anziani in Lombardia sono quantitativamente superiori a quelli di ogni altra regione italiana: su Milano e le altre province, infatti, sono attivi oltre un terzo dei posti letto esistenti sull’intero territorio nazionale.

«Per gli evidenti effetti sulle condizioni di vita degli anziani e delle proprie famiglie, soprattutto quelle con ridotte capacità reddituali - sottolinea Onesto Recanati, segretario FNP CISL Bergamo-, la questione delle RSA, il tema delle rette e della compartecipazione anche in Lombardia e nello specifico a Bergamo, è tra le questioni più importanti su cui si concentra l’azione negoziale del sindacato dei pensionati».

I posti letto autorizzati in Lombardia nel 2017 erano complessivamente 63.791, con un aumento in 5 anni di 3.285 unità; i posti letto dedicati ai malati di Alzheimer risultavano 3.066, 1093 in più; gli Hospice 800 contro i 647 dell’indagine precedente.

«Si registra certo un progressivo impegno da parte della Regione –continua Recanati- che tuttavia non può essere sufficiente per misurarsi con la portata del cambiamento demografico in atto. Tutti nodi presenti anche a Bergamo. Lo Stato Sociale deve essere ricalibrato sulle esigenze della popolazione anziana: oggi i maggiori utenti delle RSA sono persone con gravi insufficienze e in età mediamente avanzata (85 anni) . I costi e la spesa sono orientati soprattutto sull’area sanitaria, ma quando il paziente ha finito il suo percorso sanitario, viene lasciato a se stesso o alla famiglia».

L’ATS Bergamo ha competenza su 1.112.010 persone. Tra queste più del 20% ha un’età superiore ai 65 anni. I posti letto autorizzati sono passati dai 5.770 del 2012 ai 6293 del 2017.

Il rapporto ha ovviamente preso in esame anche i costi: nell’ATS Bergamo nel 2012 la retta massima giornaliera media era di 59,45 euro, nel 2017 toccava quota 65,20 euro. La media lombarda è di 67,36 euro. «La questione della non autosufficienza – precisa Recanati – sta diventando sempre più centrale. I profondi mutamenti demografici già in atto stanno mettendo a dura prova la sopravvivenza economica e sociale del nostro sistema di welfare. che finora ha retto soprattutto per la rete sociale basata sulla famiglia che assisteva la popolazione anziana. Ora la situazione è cambiata».

Mentre Il 70% del bilancio della Regione Lombardia è assorbito dalla spesa sanitaria, diventa necessario un aumento strutturale del fondo nazionale e regionale per la non autosufficienza. Nel 2017 il fondo nazionale è stato di 448.600.000 euro ; in Lombardia, nel 2018, la disponibilità è stata di 78.728.940 euro.

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