Plà, l’albero che sembrava morto
Ma è guarito con gli abbracci

Un platano sulle Mura di Città Alta è rinato grazie all’amore di un «benefattore». Ora, la sua storia è scritta sul tronco ferito.

«Guardami, parlami, ascoltami, abbracciami», è l’invito del Platano Plà rivolto a chi passeggia sulle Mura e ha la curiosità e la voglia di ascoltare la sua storia. Non è lui che parla, naturalmente, ma è come se lo fosse. Le parole sono scritte su un cartello appeso all’interno di un grosso squarcio del tronco: una ferita aperta, lascito evidente della sofferenza passata. Sono opera delle stesse mani che prima lo hanno abbracciato e poi curato.

Aveva solo bisogno di ascolto, Plà, era malato e forse stava morendo. Rischiava di essere abbattuto e sostituito, come è capitato ad alcuni suoi «fratelli» più sfortunati pochi metri più su, che, loro malgrado, hanno dovuto lasciare spazio ai pali della teleferica usata per la realizzazione del parcheggio della Fara. Il benefattore misterioso (maschio o femmina, non sappiamo), ha sentito i suoi lamenti e si è preso cura di lui, credendo che potesse ancora diventare verde e rigoglioso come i suoi vicini.

La stessa persona che lo ha salvato, ora celebra la sua rinascita raccontandone la storia. Sulla corteccia sono stati appesi anche un fiocco, un fiore e una siringa. Gli strumenti che, insieme agli abbracci, lo hanno guarito. Dal suo tronco malandato sono rinati prima i rami, poi le foglie e ora Plà, può mostrare orgogliosamente la sua ritrovata vitalità, donandone anche un po’ a chi trova il tempo di fermarsi qualche secondo ad ammirarlo. Paltano Plà ha una forma particolare, un suo stile unico e speciale e proprio per questo non passa inosservato. Per chi volesse andare a salutarlo bastano poche indicazioni: dalla Fara camminando verso Città Alta, sul marciapiede di destra. Sarà lui a farsi trovare.

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