Pokemon Go, il gioco è già mania
Il web discute tra allarmi e bufale - Video

Spopola il gioco che permette «catturare» i Pokemon sfruttando la realtà aumentata grazie alla geolocalizzazione dello smartphone. Sul web si moltiplicano le notizie (tra allarmi e bufale) e si apre il dibattito sui presunti rischi del gioco per la privacy e la sicurezza sulle strade.

Per catturare i Pokemon non basta più starsene seduti sul divano davanti a uno schermo, come 20 anni fa, ma è necessario camminare lungo le strade della città. Solo esplorando in lungo e in largo vie, piazze e parchi è possibile scovare uno di questi animaletti virtuali e poi catturarlo. Negli ultimi giorni anche a Bergamo si sono visti tanti ragazzi sperimentare il gioco. Nel frattempo in rete si è acceso il dibattito, planetario quanto il successo dell’applicazione: in particolare il livello di allarme riguarda gli incidenti stradali, si temono spostamenti «di massa» di giocatori per le strade delle città e automobilisti distratti dall’applicazione sul telefonino, accessorio che già prima dei Pokemon era tra le prime cause di incidenti stradali. C’è da preoccuparsi? Si chiedono in tanti sui social network. Guardando questo video girato pochi giorni fa al Central Park di New York qualche dubbio viene: qui infatti è comparso un «Vaporeon», un Pokemon abbastanza raro, ed è scoppiato il parapiglia. Il dibattito è aperto.

Da Telefono Azzurro invece arriva un messaggio di allerta per i più piccoli: «Nel mondo virtuale, purtroppo, le differenze di età sono annullate. E questo rischia di essere una grossa fonte di pericoli per i minori, che si ritrovano soli e senza difese, esposti alle mire di malintenzionati», ha commentato Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro e docente di Neuropsichiatria Infantile. «È proprio in questi spazi - aggiunge - che si insinuano sempre di più i fenomeni dell’adescamento online e della pedofilia. Da un lato, occorre che bambini e ragazzi sviluppino una maggiore responsabilità nell’uso di questi strumenti. Su questo Telefono Azzurro promuove, da anni, attività di prevenzione, formazione nelle scuole, ascolto e intervento, con l’obiettivo di promuovere un uso sicuro del web. Dall’altro, sono le aziende sviluppatrici di nuove tecnologie a dover giocare un ruolo chiave per garantire che gli strumenti da loro promossi non possano in nessun modo mettere a rischio i minori».

Altra questione molto discussa in rete nelle ultime ore riguarda i luoghi dove compaiono Pokemon e «Pokestop», luoghi in cui raccogliere oggetti che aiutano a continuare il gioco. Ci si chiede se luoghi come musei, cimiteri, stazioni della metropolitana e altri spazi di servizio, di elevato valore simbolico o semplicemente pericolosi possano essere esclusi dalla «caccia». A questo proposito si moltiplicano i cartelli che invitano a non giocare o a prestare attenzione, come quello di qui di seguito apparso alla stazione della metropolitana di New York, dove a quanto si legge si rischiano capitomboli giocando sulle scale.

Nel dibattito, infine, si inseriscono le ormai immancabili bufale del web: notizie false o «ritoccate» che rimbalzano in tutto il mondo fanno incetta di clic. Dalla storia del ragazzo ucciso per violazione di domicilio dopo essere entrato in un giardino per catturare un Pokemon a un maxi disastro stradale in Massachusetts, passando per la polizia australiana che avrebbe preso di mira, mostrando appositi cartelli stradali, i giocatori di Pokemon Go. Insomma, a pochi giorni dallo «sbarco» di Pokemon in Italia in rete ci sono già tutti gli ingredienti per una vera e propria mania.

E voi avete provato a giocare? Cosa ne pensate del dibattito scatenato da questa app? Scrivetelo nei commenti in fondo all’articolo.

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